AGI - “Sono tornato dalla Nigeria nel 2006: vedevo la mia mamma che faceva tre lavori per andare avanti, e ho pensato che no, non era giusto. Ho migliorato il mio italiano e fatto mille lavori per aiutarla, dal venditore porta a porta al meccanico, fino al cameriere da Mc Donald’s. Lì ho iniziato a fare dei video, è così che ho iniziato con Stardust”.
Nelson è forse il più grande tra i giovani influenze della Stardust Lab: da adesso, sogna di fare l’attore. Comico. Poi c’è Cristian, ventenne ligure innamorato della moda, tatuatore, che nei mesi della pandemia ha fatto il muratore insieme al nonno. Jacqueline, che con una spigliata parlantina e la complicità del papà ha iniziato a farsi conoscere con i suoi video comedy. E Rachele, palermitana dagli occhi verdissimi, che affianca gli studi di design ai video dedicati a make-up e fashion. Proprio quando pensava di spostarsi a Roma, Stardust l’ha anticipata con una proposta. Sono solo alcuni dei giovani influencer che da oggi abitano nello Stardust Lab, una grande villa appena fuori Roma, nella quale potranno sperimentare, imparare, studiare, creare, e promuovere un diverso punto di vista sulla città che li ospita.
Ciascuno di loro ha uno, tre, sei milioni di followers a testa. Attraverso lo schermo del telefono inseguono il sogno del cinema, della televisione, della moda. Della fama, forse.
Sono nove ragazzi, tra i vent’anni e i ventisette, che messi insieme raggiungono un’audience di oltre ventidue milioni di follower.
L’esperimento di social housing è stato presentato a Roma, in Campidoglio, sotto l’occhio di Giulio Cesare: nella sala dove il consiglio comunale si riunisce il giornalista di Repubblica Ernesto Assante ha moderato oggi un incontro tra l’ideatore del progetto e presidente della società Stardust Simone Giacomini, l’assessore romano ai Grandi Eventi, Turismo, Sport e Moda Alessandro Onorato e i registi Mimmo Calopresti e Cinzia Th Torrini.
Saranno questi ultimi i primi due grandi nomi che sveleranno a favore di smartphone i segreti del cinema ai giovani influencer Alessandro Scarpa (6.3 milioni di follower su TikTok), Christian D’Aloi (3.8 milioni di follower), Aurora Celli (2.6 milioni di follower), Jacqueline Zanetti (2 milioni di follower), Nelson Chuck (3.2 milioni di followe), George Ciupilan (1.7 milioni di follower), Francesco Mirabelli (873mila follower), Rachele Santoro (333mila follower), Stephanie Bellarte (873mila follower).
"Ogni persona - ha spiegato ad Agi Simone Giacomini, presidente di Stardust - è un media. Ci sono ragazzi che con le loro stories su Tik Tok e su Instagram fanno numeri più alti di un telegiornale, in termini di pubblico. L’esperienza di Stardust nasce tre anni fa, proprio con l’esplosione di Tik Tok, che è un social medium meritocratico, dove i follower seguono chi ha qualcosa da dire”.
"Abbiamo una responsabilità generazionale - racconta ancora Giacomini - vogliamo offrire formazione gratuita a un gruppo ristretto di profili che si sono distinti per le loro qualità social e umane e con una spiccata passione e propensione verso il cinema. Affiancare la formazione teorica alle esperienze sul campo da una parte, insieme alla grande amplificazioni dei messaggi che i talent faranno dall’altra, costituisce un binomio mai visto prima in Italia e nel mondo, ne siamo orgogliosi". Sul web, la meritocrazia passa dal numero di like, ma anche dalla qualità dei contenuti.
“I ragazzi - dice infatti Giacomini ad Agi - vengono selezionati da noi tra centinaia: teniamo conto sia del numero già esistente di followers di ciascuno che del potenziale. Alcuni di loro nascono dal basso, ma imparando iniziano a crescere, sia sui social che professionalmente. Alcuni di coloro che hanno vissuto nella house milanese sono oggi a Roma, altri sono invece alla prima esperienza. Per tutti le giornate si svolgeranno tra studio e lavoro: tutte le mattine saranno dedicate alle lezioni di recitazione, dizione, storia del cinema (Torrini e Calopresti sono solo i primi nomi di ‘insegnanti’ cui presto ose ne aggiungeranno altri) mentre il resto della giornata sarà dedicato ai casting, ai provini, perché anche quelli sono una grande scuola. Chi è autore si cimenterà con la scrittura, chi ha il sogno della regia produrrà dei corti dentro la casa, magari dei trailer per promuovere e pubblicizzare i film su diversi canali. La permanenza è gratuita, ma formativa e impegnativa”.
Incentrato sulla comunicazione crossmediale, Stardust Lab è il primo community channel cross-platform (TikTok, Instagram e YouTube) con focus su Cinema, Serie Tv, Documentari e Animazione che produce contenuti originali 7 giorni su 7.
Tre anni fa la prima esperienza di una social house a Milano, dove giovani content creators hanno convissuto e prodotto video, contenuti, immagini: valore digitale.
Da quell’esperienza nasce la versione romana, un caso di social house declinata secondo i canoni che hanno reso e che rendono Roma unica nel mondo: collateralmente alle attività didattiche gli influencer saranno infatti impegnati a scoprire l’offerta artistica e culturale della capitale.
“Uno dei principali asset della città - ha spiegato l’assessore Onorato - è il patrimonio artistico e culturale, e naturalmente il cinema. In passato chiunque volesse fare cinema, arte, musica, moda, doveva farlo a Roma: attorno al cinema ruota l’immagine di Roma nel mondo. Intendiamo riportare la capitale a quella originaria centralità, e per farlo sfruttiamo anche il canale promozionale che un diverso pubblico può offrire. Il patrimonio storico e quello cinematografico incontrano così la nuova frontiera comunicativa. Il nostro ruolo è raccontare una Roma viva, che produce lavoro e occupazione. In questi anni Milano è stata molto brava e ha guadagnato alcuni dei primati romani: Roma ha già riconquistato il primato che aveva con la stagione concertistica; oggi puntando sui grandi eventi e una comunicazione diversa sarà possibile rilanciare l’immagine e vincere la scommessa non solo di attirare i turisti, ma di convincerli a tornare. L’indotto economico che un’operazione del genere può avere? Non è quantificabile a priori, sappiamo però che esperienze già fatte coinvolgendo un pubblico giovane, come quella dell’evento di Capodanno, ha prodotto un ritorno economico per la città. Vogliamo tornare a raccontare il lato ‘cool’ di Roma, e i giovani influenze sono i narratori giusti”.