AGI - "Hai già speso tanto", dice il titolare Davide a uno dei tantissimi clienti che ieri mattina hanno affollato la storica libreria Odradek, dopo l'annuncio della chiusura che mette fine a 25 anni di attività nel cuore di Roma. C'è Giulia che arriva da Pomezia e sbircia tra i titoli messi in cassette della frutta proprio sul marciapiede davanti al locale in via dei Banchi Vecchi. "Non sono una cliente perchè abito lontano, ma ho letto il post e sono venuta a dare un'occhiata", spiega.
Il corridoio stretto della libreria è affollato, Davide è in cassa ed è la voce narrante di questa chiusura, mentre Katia è intenta a registrare i libri in uscita per questo svuota-tutto che dovrà concludersi nei primi giorni del 2023. Squilla il telefono: Davide risponde "Direttore? Direttore, posso darle del tu?". E' Enrico Mentana, che dopo aver proposto sui social una donazione tra chi se lo può permettere, stamattina è tornato alla carica. Vuole convincere Davide che qualcosa è ancora possibile per salvare questa piccola, storica, libreria indipendente del centro storico.
Dopo un po' la conversazione si chiude e Davide ricomincia a spiegare perchè non ci sono più margini per questa attività dopo 25 anni e poi aggiunge: "Sei anni fa ho fatto anche un crowdfunding, non mi piace chiedere i soldi alla gente". "Qui in centro non c'è più popolo, non c'è più un tessuto sociale, è tutto un B&B. C'è un problema con i nuovi proprietari che acquistano le case, ma non le affittano alle persone, ma ai turisti. Qui è tutto de-socializzato", racconta tra uno scontrino e l'altro, "è un centro storico invaso di vinerie, di luoghi di ristorazione di basso profilo a cui corrisponde un turismo di transumanza".
"Vengono, stanno qui tre giorni, saccheggiano una città", si lamenta Davide, "per esempio Campo dè Fiori che è patrimonio dell'umanità, è diventato un ring, con i ristoranti che arrivano fin sotto la statua di Giordano Bruno, con tanta gente che lavora in nero. A via dei Banchi Vecchi ci sono dieci serrande tirate giù. Questo contesto ha gravato molto sulla storia di questa libreria perchè le librerie che stanno in periferia stanno resistendo meglio. Ma qui anche raggiungere Via dei Banchi Vecchi non è semplice, a meno che non hai il motorino e io sarei d'accordo al centro storico pedonalizzato. Poi la motivazione più forte e più importante è che le forme di lettura cambiano, per cui il libro non è più l'unico strumento di alfabetizzazione. Ma oggi questa passa anche attraverso la rete".
Odradek sarà quindi solo l'ultima di una lista di librerie storiche del centro che hanno chiuso i battenti negli ultimi anni. Dalla libreria del Pellegrino alla Feltrinelli di Galleria Alberto Sordi, dalla libreria Croce alla Arion di Montecitorio, serrande che si sono chiuse per non riaprire più.
"Questo è il mestiere più bello, ma è molto povero, ma nessuno pensava di fare questo lavoro e guadagnare tremila euro al mese, ma neanche mille. Visto che sono anni e anni di autosfruttamento siamo arrivati al limite perchè rischiavamo di rimanere strozzati con le banche. Questo non ce lo possiamo permettere", continua Davide, "dobbiamo riuscire a chiudere, scappare il prima possibile anche perchè le proiezioni dei grandi istituti bancari sulle stime economiche parlano di un 2023 tremendo. Si parla di una gravissima crisi economica. Il nostro progetto? E' chiudere senza debiti, poi ci sarà il problema dei nostri salari, ma ci siamo abituati perchè in questi anni per tenere aperta questa libreria abbiamo fatto mille lavori".
La voce di Davide si tradisce solo quando parla di Katia: "è il motore di questa libreria perchè tutto il modernariato, i libri introvabili, sono la sua specializzazione. Abbiamo una rete di una ventina di librai in tutta Italia e tutta questa conoscenza accumulata in questi venti anni rischiamo di perderla". Ma c'è qualcosa che le istituzioni dovrebbero fare e non hanno fatto? "Quando c'era Franceschini al Ministero della Cultura ha dato i finanziamenti alle Biblioteche per spendere nelle librerie indipendenti, tanto che quest'anno circa 10-12 mila euro di incassi sono entrati grazie a questa misura (al libraio va una percentuale pari al 30 per cento del prezzo di copertina); poi dalla Regione Lazio l'anno scorso abbiamo preso 5mila euro con cui abbiamo rinnovato la dotazione tecnologica della libreria - risponde - e poi c'è l'importante legge sul libro approvata due anni fa".
"Le istituzioni si sono comportate bene, il problema sono i lettori" è l'analisi, "muoiono gli anziani e io non ho ricambio. La civiltà della carta quella del '900". Il riscontro alle sue parole è proprio nei volti che affollano la libreria questa mattina, non ci sono ventenni, nè trentenni. Gli anziani sono quelli che escono con pile di libri, gli altri guardano, girano, forse compreranno qualcosa. Però di una cosa è certo Davide: "Io a Odradek devo molto e la mia identità di uomo la devo anche a questo posto".