AGI - L'accesso all'informazione è sempre più alla portata di tutti. Non solo tv e giornali ma anche e soprattutto il web, diffondono notizie a oltranza.
Ma com'è la qualità di questa informazione? Come possiamo distinguerla dalla disinformazione? E soprattutto come possiamo difenderci dalla disinformazione? Ecco in soccorso "Verità fai-da-te Il pensiero critico argine alla disinformazione", libro del giornalista Aldo Mantineo pubblicato con Melino Nerella Edizioni.
"La propaganda e le strategie di disinformazione sono antiche - spiega nella prefazione Antonio Nicita ordinario di Politica economica presso l'Università Lumsa (Roma-Palermo) - ci siamo abituati a conoscerle nei rapporti tra potere e libertà, in tante epoche inclusa quella analogica in cui, nei media tradizionali o mainstream, era assai più ridotta la possibilità di accedere direttamente alle informazioni, come invece avviene con l'avvento della società digitale. Il web sembra offrire un campo privilegiato alla disinformazione organizzata".
Ma, "c'è una domanda di informazione di qualità che non può essere disconosciuta", spiega ancora Nicita, a cui occorre dare adeguate risposte anche attraverso un giornalismo "che aiuta il cittadino a ragionare con la propria testa senza cercare il conforto dei complottisti o dei facili profeti".
La pandemia e con essa le tante informazioni che il mondo ha ricevuto a getto continuo, dimostrano che come spiega Nicita, "la conoscenza scientifica non ha la verità in tasca ma procede con umiltà, alla verifica di ipotesi ed è quindi lo spazio più protetto e sicuro nel quale avviare il dibattito. Le strategie di disinformazione invece ci offrono certezza e sicurezza, ma proprio per questo dobbiamo dubitarne. Chi ci offre complotti e sospetti sta parlando alla nostra pancia affinché la nostra testa smetta di pensare. Se c'è una cosa che la disinformazione non ammette è proprio il confronto, il dubbio, la discussione, l'errore. La disinformazione punta, al contrario, a separare e a polarizzare. Ama giocare con gli equivoci tra libertà, verità e potere e a costruire i suoi dogmi", sottolinea Nicita. Ma le strategie di disinformazione non riguardano solo il web.
"Spesso - aggiunge ancora l'esperto - anche luoghi nei quali esiste la responsabilità editoriale si rilanciano fatti alternativi e seguono le medesime strategie, sia a fini di cattura l'attenzione dei lettori/utenti sia a fini di partigianeria politica. Il risultato complessivo, è che la cattiva informazione prevale su quella di qualità".
"Verità fai-da-te", spiega l'autore, ci ricorda che "oggi facciamo i conti con un mondo nel quale ciascuno prova a costruire verità a proprio uso e consumo. È quasi la sublimazione del fai-da-te, è uno scenario nel quale la ricerca della verità non rappresenta un impegnativo e laborioso processo ma un qualsiasi comune oggetto da assemblare secondo il proprio gusto e la propria utilità. È un mondo nel quale la linea di demarcazione tra vero e verosimile si è assottigliata sempre di più sino praticamente a sfumare completamente portando, in alcuni casi, il fatto narrato a scivolare nelle limacciose paludi della disinformazione".
E noi? Dobbiamo fare buon viso a cattivo gioco? "Naturalmente - sottolinea Mantineo - la risposta è no. Serve semmai dotarsi sempre di più di adeguati strumenti per non perdere la giusta rotta durante la navigazione (specialmente in rete)".
Bisogna porre un argine alla pubblicazione delle fake news e il libro di Mantineo, in questo senso è sicuramente un ottimo "strumento" di studio, approfondimento e difesa.