AGI - La Germania saluta uno dei suoi ultimi grandi intellettuali del XX secolo. Il poeta, saggista e traduttore Hans Magnum Enzesnberger è morto questo giovedì a Monaco di Baviera all'età di 93 anni, come riportato dalla casa editrice Suhrkamp, citando la famiglia, scrive il Paìs di Madrid.
Enzensberger, ricorda il quotidiano, è stato uno degli autori più influenti della letteratura e del pensiero tedesco del dopoguerra. Autore di oltre 70 volumi, è stato anche redattore e giornalista e punto di riferimento in tutti i dibattiti intellettuali sulle trasformazioni sociali e politiche degli ultimi decenni. “Era interessato a tutto e sapeva molto, come dimostrano i suoi libri di alta matematica, astrofisica, personaggi storici, coltivando la memoria del passato e tutti i generi - poesia, romanzo, saggio, teatro, sceneggiatura — e quasi sempre con successo, perché era una specie di Picasso della letteratura tedesca: enormemente produttivo, sempre puntuale, anche se forse più eclettico che originale”.
Ricorda ancora il Paìs: “Fin da subito, dagli anni Cinquanta, questo poliglotta nato in una cittadina bavarese ha guardato oltre i confini tedeschi, scoprendo poeti come Nelly Sachs, Tomas Tranströmer, Czeslaw Milosz o Eugenio Montale per farli conoscere ai lettori tedeschi. Ha curato tutti i loro libri ea volte li ho anche tradotti. Non sorprende quindi che nel suo lavoro abbia anticipato molte tendenze e cambiamenti, siano essi letterari, sociali, tecnologici o d’ambiente. Allo stesso tempo s’è impegnato in movimenti politici, a Cuba e nella sinistra europea, dalla Norvegia alla Spagna, dove era arrivato per la prima volta in autostop, nel 1953. Suoi interventi importanti in questo campo sono stati i saggi del anni '90 intorno alle guerre del Golfo e in Bosnia” e “per settant'anni è stato un provocatore di fertili polemiche, un attivista letterario che si è mosso agilmente tra diversi fronti politici e altrettanti paesi, con la versatilità di un pugile”.