AGI - "Flaiano è stato un personaggio poliedrico, che ha detto tanto soprattutto secondo me nel raccontare bene il costume italiano". Lo ha detto a Pescara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine dell'iniziativa organizzata dal Comune in occasione della ricorrenza del cinquantesimo anniversario della morte dello scrittore.
"Quando gli fu chiesto perché non era diventato comunista in una stagione in cui tutti gli intellettuali si schieravano sotto le bandiere del Partito Comunista lui disse : "Non me lo posso permettere", nel senso che voleva stigmatizzare che spesso le persone di sinistra erano benestanti, erano ricche. Ma è soltanto, ovviamente, una battuta e la prendiamo per tale. Non entriamo in questioni e disquisizioni storiche. È un personaggio che ha scritto, che ha sofferto anche dal punto di vista personale per alcune vicende strettamente familiari".
Flaiano, ha aggiunto il ministro, "aveva una venatura di pessimismo, poi quando si portava all'esterno con i suoi scritti letterari, con i suoi contributi al cinema, traspariva, secondo me, questa capacità di forte ironia, di grandissimo umorismo, la capacità di penetrare il carattere vivo degli italiani, di amarli, ma anche di coglierne i paradossi e i difetti", ha concluso Sangiuliano.
L'incontro è stato coordinato dal direttore dell'AGI, Mario Sechi. Nel corso dell'iniziativa la professoressa Anna Luciana Di Lello Finuoli ha donato all'amministrazione comunale delle lettere inedite che caratterizzarono la corrispondenza con Flaiano.
L'incontro è stato concluso da una lettura scenica a tre voci del testo "Ennio Flaiano: un ritratto", del giornalista, storico e scrittore, Marco Patricelli, con protagonisti Giulia Basel, Anna Paola e Massimo Vellaccio. Hanno partecipato all'evento il sindaco Carlo Masci, il deputato di Fratelli d'Italia, Guerino Testa, il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli, e la presidente dell'Associazione e dei Premi internazionali Ennio Flaiano, Carla Tiboni.
L'aforisma che dipinge il costume italiano
"L'aforisma di Flaiano 'la situazione è tragica ma non è seria', secondo me, coglie appieno il costume italiano" ha detto Sangiuliano, "Questa fu la grande abilità e capacità di questo straordinario scrittore, giornalista e sceneggiatore: ossia quella di penetrare benissimo il costume italiano".
"In Italia l'abbiamo finita con gli arabeschi" ha aggiunto il ministro della Cultura, "penso che d'ora in poi possiamo archiviare il periodo de 'la situazione è tragica ma non è seria'. La situazione sarà sempre seria e la si affronterà con la dovuta serietà".
"Il ministro della Cultura ha tanto da fare. La prima cosa secondo me è valorizzare il nostro immenso patrimonio culturale" ha detto Sangiuliano "Noi siamo la prima superpotenza culturale del pianeta: lo sappiamo bene. Non è una novità questa mia affermazione, però, dobbiamo lavorare affinche' questo grande patrimonio possa aumentare la sua redditività per la Nazione. Dobbiamo trarre del Pil dalla nostra cultura. In un mondo globalizzato milioni di persone hanno fame di conoscere, di viaggiare, di fare esperienze in luoghi nuovi. Noi abbiamo tantissimo da offrire e anche questa regione ha molto da offrire in questo terreno, perchè è una regione ricca di sedimenti storici e, quindi, noi dobbiamo capitalizzare tutto ciò. Farlo diventare un valore della nostra economia, che sia in grado di dare occupazione e anche sviluppo".
E ancora: "Ho dato al sindaco di Pescara la disponibilità per essere al fianco da domani mattina della città di Pescara per tutti i progetti comuni in ambito culturale che possiamo mettere in campo. Quella valorizzazione di cui dicevo, può essere anche una valorizzazione di questo territorio che io rispetto tantissimo da un punto di vista culturale, perché è una città importante, ricca di storia, di testimonianze. Dobbiamo, però, lavorare per rendere questo patrimonio altamente fruibile. Un patrimonio che sia di tutti quanti e che possa assumere anche una dimensione europea", ha concluso il ministro.
I diari di Flaiano
"Parlare di cronista con Flaiano è riduttivo" ha detto Mario Sechi, "Flaiano era l'uomo che teneva i diari. Io nella mia borsa ho un libricino di Adelphi che si chiama 'Diario notturno', dove sostanzialmente c'è una summa del Flaiano capace di vedere quello che gli altri non hanno capito, non hanno visto, non hanno sentito e ascoltato".
"Flaiano è clamorosamente attuale e unico" ha aggiunto Sechi, "perché il suo bastian contrarismo è difficile da imitare, è scomodo. Si pagano carriere per essere come Flaiano, anche oggi".