Tornatore e il libro sul partito comunista che non divenne mai un film

 Agf - Giuseppe Tornatore
  • il piccolo contadino che vende ogni anno un vitello per pagare l’affitto della sezione;
  • il compagno che dice in assemblea a un dirigente che è un mafioso perché non è stato ucciso come gli altri;
  • quello che, dopo quattro ore di comizio di Bufalini, dice ai figli esausti di fare un po’ di sacrifici;
  • i topi sul palco mentre parla De Gasperi;
  • il mafioso schiaffeggiato e mandato via nella certezza che la massa ne avrebbe linciato un paio a una sua reazione; la sezione di partito condivisa in parte con una giovane coppia povera;
  • il ministro che agli agricoltori preda della crisi dei limoni dice di piantare verdelli e non più limoni; i chiodi per strada per fermare le auto dei crumiri e gli assi allentati nei carri;
  • il padre monarchico e la figlia comunista che si azzuffano in piazza; i volantini comunisti con la foto di Papa Giovanni;
  • il prete che dalla finestra parla contro i comunisti subito dopo un loro comizio;
  • l’altro, fratello di un boss, che distribuisce buoni Eca;
  • i carrarmati americani trasformati in trattori; la compagna sovietica fatta salire sul palco per mostrare che non ha la coda;
  • la processione che finisce in un comizio. È solo un ristrettissimo campionario del vasto numero di bozzetti consegnati a Tornatore.
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