AGI - L’Europa moderna è nata anche sul Lago di Garda, a Rivoli Veronese. Lì il 14 gennaio 1797 un giovane generale corso-francese ottenne una vittoria decisiva sulle truppe austriache. Quel generale di appena 27 anni era Napoleone Bonaparte, e da quella vittoria iniziò la sua ascesa che lo avrebbe portato a riformare i codici e gli Stati di gran parte d’Europa, lasciando l’impronta che caratterizza ancor oggi la maggior parte dei nostri sistemi amministrativi.
La sua campagna d’Italia fu una guerra, combattuta prima contro l’Arma Sarda e poi l’Impero Asburgico, che portò Napoleone a Loeben a 100 chilometri da Vienna. L’Austria sconfitta trattò la resa che venne ratificata dal Trattato di Campoformio, presso Udine, il 17 ottobre 1797, firmato da Napoleone in persona.
Un trattò che segnò il destino futuro dell’Italia (con la scomparsa ad esempio della millenaria Repubblica di Venezia) e da cui iniziò il percorso politico-militare di Napoleone che lo porterà, nel 1804, a farsi incoronare imperatore nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi.
Quella battaglia forse poco conosciuta ma così decisiva viene raccontata ora in un libro scritto dal generale dei Carabinieri Andrea Rispoli, “Rivoli: la nascita di un condottiero”, per la casa editrice Laurus Robuffo.
Carisma, fascino, eleganza, intuito, fiuto, arguzia, unitamente a intelligenza, memoria e spirito di rapace, delineano la figura di uno dei più leggendari condottieri del mondo, che viene raccontato anche attraverso dettagli, aneddoti, citazioni, rappresentazioni pittoriche e riferimenti all’arte del comando.
La sua energia dominatrice viene messa in evidenza in numerosi episodi descritti nel libro, da cui emergono anche assoluta determinazione e ferrea volontà di successo, che non consentono di cedere allo scoraggiamento di fronte alla miriade di circostanze avverse che inevitabilmente ogni stratega deve affrontare sul campo di battaglia.
Le qualità militari e umane del condottiero vengono illustrate con efficacia, facendo anche riferimento in modo originale ad alcune significative rappresentazioni pittoriche del periodo.
L’autore, con la sua esperienza anche come Comandante Interregionale Carabinieri “Ogaden”, ripercorre la storica battaglia che consacra il generale corso come un eccezionale stratega, dall’intuito straordinario, capace di cambiare le sorti di uno scontro con decisioni tattiche rapide e innovative. Il libro è stato presentato a Palermo presso la sala magna di Palazzo Steri, alla presenza del comandante generale dell’Arma, generale Teo Luzi.
La figura del generale corso viene messa in luce nelle sue qualità militari e umane, di statista in origine soldato e combattente, di comandante dotato di uno straordinario intuito riversato nella capacità tattica che lo ha consegnato alla Storia.