AGI - È uscito in libreria il secondo volume della pubblicazione 'Luoghi e genti d’Abruzzo: cultura e tradizioni scorrendo il calendario', pubblicato da De Siena Editore e curato da Maria Giulia Picchione, Antonella Lopardi e Alessandra Mancinelli. L'opera è dedicata alle principali manifestazioni, civili e religiose, proposte in ordine cronologico, che si svolgono nei vari luoghi della regione nel semestre primavera-estate.
L’opera, ideata e realizzata dalla Soprintendenza Belle arti e Paesaggio dell’Abruzzo (oggi riformata nelle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo e per le province di Chieti e Pescara) - pubblicata grazie al prezioso contributo economico dell’Ance L’Aquila - si compone, infatti, di due libri organizzati, anche per ragioni legate al turismo regionale, in semestri: il primo, che ha ricevuto il “Pemio Italive 2017” per il contributo dato alla valorizzazione del territorio regionale abruzzese, è riferito al semestre autunno-inverno; il secondo, appena pubblicato, è dedicato al semestre primavera-estate.
Si tratta di uno studio sistematico condotto per l’intero territorio dell’Abruzzo sulle feste, civili e religiose - proposte seguendo il ritmo del calendario popolare, secondo lo scorrere delle stagioni e dei rituali a esse connessi - e sulla stretta interrelazione tra gli aspetti del territorio e quelli etnoantropologici legati alle ricorrenze, alle processioni, ai riti sacri che si intrecciano con la natura dei luoghi e con la geografia dei contesti, proponendosi non solo di stimolare le comunità, attraverso la loro partecipazione attiva, alla conservazione delle tradizioni e della loro memoria collettiva ma anche di contribuire all’educazione alla tutela dei luoghi fisici connessi a tale memoria, con i risvolti etici, sociali ed economici delle varie realtà territoriali.
La cultura tradizionale abruzzese, fatta di borghi che, a fronte del dramma dell’abbandono, della crisi del modello economico del passato e del progressivo degrado, possono segnare un momento di riscatto grazie proprio alla ricchezza delle loro diversità e peculiarità, viene proposta nella pubblicazione scorrendo i giorni del calendario popolare.
Si tratta di una modalità che consente di ‘raccontare’ il vasto patrimonio culturale di una regione che ha le sue eccellenze nella costellazione di luoghi fisici, naturali e antropizzati, e nella relativa cultura immateriale generata nel corso di secoli con usanze, credenze, tradizioni, feste, rituali.
Emerge così un quadro ricco e articolato di luoghi e saperi cui è necessario, ora più che mai, restituire dignità, sia perché non venga cancellata una cultura millenaria, sia per consentire alle generazioni future di non smarrire la propria identità a favore di una genesi che si vuole sempre più legare all’oggi.
E lo strumento della festa, evento che racchiude in sé la somma di culture diverse ma complementari - artistiche, religiose, antropologiche, gastronomiche - consente di leggere con chiarezza la straordinaria originalità e ricchezza dei paesaggi antropici o naturali della tradizione, permettendo a ognuno, questo è l’auspicio, di recuperare la propria, fondante, identità culturale.