AGI - Fotografie delle più grandi crisi umanitarie degli ultimi 50 anni per ricordare, o meglio per non dimenticare, oltre che per documentare cinque decenni di interventi umanitari degli operatori di Medici Senza Frontiere (MSF), immortalati dai fotografi dell’agenzia Magnum.
Apre al museo Maxxi di Roma la mostra fotografica intitolata “Guardare Oltre – MSF & MAGNUM: 50 anni sul campo, tra azione e testimonianza”, visitabile fino al 14 novembre, organizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita dell’organizzazione premio Nobel per la pace nel 1999.
Fil rouge del percorso espositivo è l’incontro sulla linea del fronte, nelle emergenze umanitarie, nelle guerre e nelle calamità naturali, delle équipe di MSF con i professionisti della blasonata agenzia fotografica per raccontare con la parola e con scatti iconici quelle che sono in molti casi crisi dimenticate, alcune delle quali sono ancora in corso.
A guidare il loro operato nel tempo sono sempre gli stessi principi di etica e indipendenza, proprio quelli che nel lontano 1971 hanno spinto un gruppo di medici e giornalisti francesi a fondare MSF per fornire soccorso alle popolazioni in difficoltà senza alcuna discriminazione e al tempo stesso far conoscere al mondo intero crisi che si consumano nel silenzio e nell’indifferenza generale.
“MSF è nata proprio contro il silenzio: non si può fare solo il medico ed è importante raccontare certi scenari dimenticati per ottenere una risonanza sia a livello politico che nell’opinione pubblica. Un doppio obiettivo sempre più difficile da raggiungere che è anche il messaggio veicolato da questa mostra anniversario” dice all’AGI Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere Italia.
“Oltre a rimarcare i nostri 50 anni di attività, abbiamo proprio voluto dedicare a queste crisi dimenticate un evento destinato al grande pubblico, accedendo così i riflettori su realtà vicine a noi e che purtroppo si ripropongono ciclicamente” prosegue il medico infettivologo a capo della sezione italiana dell’Ong.
Rientrata da poco dalla sua terza missione ad Haiti, racconta all’AGI di una situazione disperata come non mai sull’isola di Hispaniola.
“L’insicurezza è ovunque, la capitale è in mano alle gang, teatro di frequenti rapimenti, scarseggia il carburante quindi nei nostri centri sanitari non riusciamo a lavorare correttamente. Ma più di tutto mi ha colpito e addolorato vedere che la popolazione ha totalmente perso la speranza” riferisce ancora l'operatrice umanitaria.
“In tutti questi anni di attività, la situazione umanitaria peggiore l’ho riscontrata in Sud Sudan, Paese flagellato da tanti punti di vista. Al secondo posto di questa mia triste classifica metterei sicuramente Haiti e l’Afghanistan” sottolinea Lodesani.
“Purtroppo è sempre più difficile dare voce a questa umanità sofferente: farlo è responsabilità nostra, in qualità di operatori umanitari, e vostra, come giornalisti” conclude la presidente di MSF.