AGI - Fan in visibilio e cartelloni, il suo nome urlato 'Claudio, Claudio' e la canzone intonata a squarciagola 'Sei bellissimo'. Così Claudio Baglioni è stato accolto sul red carpet alla Festa del cinema all'Auditorium che ieri, in anteprima al teatro dell'Opera di Roma, ha trasmesso l'opera-concerto totale registrata presso quel Teatro. Un'opera tratta dall'omonimo e ultimo album di inediti di Claudio Baglioni e che sarà proiettata anche nelle sale cinematografiche per tre giorni, 2, 3 e 4 novembre.
Oggi però è il giorno dedicato al suo pubblico che prima, sulle note delle sue canzoni più celebri, lo aspetta sul red carpet e poi lo accoglie con calore in Sala Sinopoli che, in realtà, non si riempie. Antonio Monda, direttore artistico della Festa del cinema, conduce la lunga intervista passando attraverso 10 clip che raccontano il mondo cinematografico del cantante romano. Lui in apertura ci tiene a raccontare la sua "forte emozione" provata ieri sera per l'opera-concerto trasmessa al Teatro dell'Opera: "Un film musicale basato su un concerto dal vivo - ha spiegato - fatto a febbraio quando i teatri erano chiusi, le maestranze erano ferme e gli artisti erano arrugginiti".
E conferma il suo grande ritorno live con 50 concerti da solo: "Comincerò di nuovo dal Teatro dell'Opera di Roma, 50 concerti e forse se ne aggiungerà qualcuno - aggiunge tra gli applausi dei fan che apprezzano - dipende da come sta il protagonista" ironizza su se stesso. "Perchè lo faccio? Perchè non ce la faccio più a non cantare" ammette. "E' una sorta di ribellione all'inattività" chiosa, facendo riferimento allo stop forzato imposto dalla pandemia.
Poi è più di un'ora di racconti e ricordi che hanno a che fare con il cinema - per cui ha una passione, dice di provare "a volte invidia della forza del cinema" - e inevitabilmente con la musica e la sua vita. Il primo film mai visto? "In un cinemino 'pidocchietto', nel senso di piccolo, di Centocelle: era un film assurdo e stranissimo dal titolo 'Zorro contro Maciste'. E parte a sorpresa una sequenza di quel film: "Mi sono commosso - dice, e poi scherza - magari ai giorni nostri Zorro avrebbe la mascherina e Maciste sarebbe vaccinato...". La platea ride con lui.
"Anche se - racconta Baglioni - il primo vero film era quello che vidi a un anno e mezzo e che faceva mio padre: metteva due rocchetti, incollava le pagine colorate delle riviste e giravano le immagini... questo è stato il primo vero cinema, lo faceva mio padre". I film che ama di più? Ci sono 'Il mago di Oz' per quella "melodia, 'Over the rainbow', che suscita tenerezza", ma anche 'Colazione da Tiffany' e 'Rocco e i suoi fratellì: "Mio padre - racconta - mi portò, penso per sbaglio, a vedere 'Rocco e i suoi fratelli, io ero molto piccolo ma non era un film adatto ai bambini. Però quel film mi è rimasto in mente, mi ricorda quando io da Roma arrivai alla stazione di Milano, quella scalinata e il tram, sento un collegamento fortissimo con quanto ho vissuto io. è un film dolente, drammatico dove si sente la voglia di riscatto, ha tanta sociologia dentro".
Un film che lo legò molto al padre che aveva la passione per la boxe: "Per questo ho fatto due anni di boxe, ma senza combattimenti, ed ero scarsissimo". Il film preferito in assoluto però è 'Blade runner' "perchè è dolorosamente umano" sostiene. E ancora, c'è il ricordo di 'Fratello sole sorella lunà, firmato da Franco Zeffirelli che nel 1972 scelse il giovane Baglioni - allora poco più che ventenne - "pescato nel mucchio" come racconta lo stesso artista, per tre canzoni della colonna sonora. "Cosa mi ha dato quell'esperienza? Mi ha fatto conoscere Castelluccio di Norcia e la Porziuncola, un posto dove andavo quando avevo malumori, cosa che mi succedeva abbastanza spesso - ammette sorridendo - un posto dove stavo bene. Quello era il mio Tibet, mi ha rasserenato tante volte. Sono grato a Zeffirelli per avermi ospitato in questo film molto grazioso e corretto, e per avermi fatto conoscere quel posto".
Alla fine c'è la sua collaborazione con Gabriele Muccino, la canzone 'Gli anni più belli' che ha dato il titolo al film del regista romano. E lo spot musicato da Baglioni per il cinema negli ospedali e negli istituti di cura, slogan 'il cinema la migliore terapia'.
E qui il cantante spiega l'importanza per i "personaggi pubblici che hanno successo di fare delle buone azioni" per farsi "scusare - sostiene - per quanto hanno ottenuto in termini di benessere. C'è chi dice che uno lo faccia per farsi bello? Non importa, ciò che conta è il risultato, contano i fatti. Noi artisti - continua - siamo in una guerra contro le disgrazie e i guai del mondo, siamo un esercito che combatte una guerra santa con la funzione di trombettieri che suonano la carica per i medici che combattono, loro sì, in prima linea".
Alla fine dell'incontro, Monda ha chiesto alla ragazza che teneva il cartellone con la frase 'Sei la ragione che mi porta alla follia', della canzone di Baglioni intitolata 'Dodici note', di tirarlo in alto per farlo vedere bene all'artista. Poi, ancora un lungo applauso e il tempo degli autografi.