AGI - Abdulrazak Gurnah ha vinto il Nobel per la letteratura. Nato a Zanzibar e attivo a Londra, è stato insignito del riconoscimento per la sua "intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”. Il suo "Il disertore", edito nel 2006 da Garzanti, è ormai introvabile.
Nato a Zanzibar nel 1948, ha pubblicato 'Paradise' (1994), che è stato selezionato sia per il Booker Prize sia per il Whitbread Prize, 'Desertion' (2005) e 'By the Sea' (2001), a sua volta selezionato per il Booker Prize e poi finalista al Los Angeles Times Book Award.
Recatosi in Gran Bretagna per la prima volta come studente nel 1968, è stato costretto ad allontanarsi dal suo Paese a causa delle persecuzioni ai danni dei cittadini di origine araba. Dal 1980 al 1982 Abdulrazak Gurnah ha poi insegnato alla Bayero University Kano, in Nigeria. In seguito si è trasferito all’Università del Kent, a Canterbury, dove ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1982, e ora è professore e Direttore degli studi universitari presso il Dipartimento di inglese.
Ha inoltre collaborato come redattore con la rivista Wasafiri dal 1987 e ha supervisionato progetti di ricerca sulla scrittura di autori quali gli stessi Rushdie e Naipaul, G.V. Desani, Anthony Burgess, Joseph Conrad, George Lamming e Jamaica Kincaid.
A oggi, è il quinto autore africano a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, dopo Wole Soyinka (Nigeria, 1986), Naguib Mahfouz (Egitto, 1988), Nadine Gordimer (Sudafrica, 1991) e John Maxwell Coetzee (Sudafrica, 2003).
Il suo principale interesse accademico riguarda la scrittura postcoloniale e i discorsi associati al colonialismo, in particolare concernenti l’Africa, i Caraibi e l’India. Ha curato due volumi di saggistica sulla scrittura africana e pubblicato articoli su numerosi scrittori postcoloniali contemporanei, tra cui V. S. Naipaul, Salman Rushdie e Zoe Wicomb.
I vincitori degli ultimi 10 anni del Nobel della Letteratura
Il Premio Nobel per la letteratura del 2021 è stato assegnato a Stoccolma al romanziere tanziano Abdulzarak Gurnah. E così il premio è tornato in Africa dopo 18 anni. Nel 2003 lo vinse per i suoi racconti il sudafricano John Maxwell Coetze. Negli ultimi dieci anni, invece, si sono divisi il riconoscimento i Paesi dei continenti europeo, americano e asiatico.
L’anno scorso a trionfare è stata la poetessa statunitense Louise Glück “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Gluck, tra le altre cose insegnante all’Università di Yale, aveva già vinto il Premio Pulitzer per la poesia nel 2003.
Il 2019 è stata la volta dell’austriaco Peter Handke. L’assegnazione fu criticata da esponenti del mondo della cultura, dai parenti delle vittime di Srebrenica e dai premier turco, kosovaro e albanese per le posizioni negazioniste di Handke in riferimento alle stragi compiute dai serbi durante le guerre jugoslave.
Nel 2018 è toccato alla polacca Olga Nawoja Tokarczuk, vincitrice di numerosi premi letterari in patria e all’estero. Da due delle sue opere, il romanzo “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” e un racconto inserito nella raccolta “Che Guevara e altri racconti”, sono stati tratti due film.
L’anno prima, il 2017, è stata la Gran Bretagna a conquistare il Nobel per la letteratura con lo scrittore di origini giapponesi Kazuo Ishiguro. Con l’eccezione di “The buried Giant”, tutti i romanzi e i racconti di Ishiguro sono stati nominati per riconoscimenti rinomati. In particolare, lo scrittore ha narrato il mondo del secondo dopoguerra e i mutamenti di costumi e la perdita di valori tradizionali legati ad esso.
Il 2016 è stata la volta della vittoria di Bob Dylan. La commissione gli ha conferito il premio “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”. Prima di lui, solo lo scrittore George Bernard Shaw era riuscito a ricevere sia un Nobel che un Oscar.
L’ungherese Svjatlana Aleksievicm si è aggiudicata l’edizione del 2015, dopo una vita passata a seguire i principali eventi dell’Unione Sovietica nella seconda metà del ‘900, dalla guerra in Afghanistan al disastro di Cernobyl.
Nel 2014 il premio è volato in Francia. Jean Patrick Modiano, scrittore e sceneggiatore con forte interesse per la Parigi occupata dai nazisti e per le figure dello straniero, dell’esule e dell’ebreo – influenzato dalla sua origine ebraica - è stato insignito del riconoscimento “per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione”.
Nel 2013 il Nobel per la letteratura è tornato nel continente americano, in Canada. A vincerlo è stata la scrittrice Alice Munro, in quanto “maestra del racconto breve contemporaneo”. L’abilità di Munro è stata quella di rivoluzionare l’architettura del racconto breve, spostando continuamente la narrazione dal passato al futuro.
Il 2012, infine, è stato di nuovo l’anno dell’Asia, con il cinese Mo Yan, considerato dalla critica il più rilevante scrittore cinese contemporaneo. L’opera che per prima gli ha conferito notorietà è Sorgo Rosso, da cui è ispirato l’omonimo film, che racconta la storia d’amore tra il nonno del narratore e la sua amata nel contesto della resistenza cinese all’occupazione giapponese.