AGI - La protagonista degli ultimi 16 anni della politica europea e mondiale sta per lasciare il palazzo della Cancelleria, un edificio in vetro e cemento costruito a cavallo del millennio di fronte al Reichstag che i berlinesi chiamano affettuosamente "lavatrice". Mentre ci si interroga su chi sarà il suo successore, aiutati dai sondaggi continuamente aggiornati dagli istituti tedeschi, il libro 'L'età di Merkel', scritto dal giornalista del Corriere Paolo Valentino e pubblicato da Marsilio, può aiutare a capire la sua epoca ragionando su quale sarà per il continente e la storia l'eredità della premier più longeva.
"Angela Merkel è figlia del silenzio della Ddr e dell'educazione luterana ricevuta dal padre, il reverendo Kasner. In oltre trent'anni di vita pubblica, di cui sedici da cancelliera, è sempre rimasta una scienziata prestata alla politica, che risolve i problemi scomponendoli, affrontandoli uno alla volta sulla base di fatti e dati, quanti più possibile, a disposizione", scrive Valentino, che da corrispondente a Berlino (dopo esserlo stato anche a Mosca, Bruxelles, Washington) ha avuto modo di conoscerla e studiarla a fondo.
"La sua forza tranquilla è fatta di una normalità che le ha permesso di non essere mai attratta dagli orpelli del potere o preda delle sue trappole: Merkel è una persona semplice, dotata di un senso dello humor a volte contundente", si legge nel libro, ricco di aneddoti e storie, di riferimenti bibliografici importanti oltre che di testimonianze di alcuni dei grandi personaggi internazionali che l'hanno frequentata.
"Nella sua lunga stagione al governo, Angela Merkel non è mai stata neppure sfiorata da uno scandalo. Non si vedono sulla scena mondiale molti casi come il suo". Ma, sottolinea Valentino, se "i suoi meriti sono inconfutabili", "è difficile immortalare il lascito di Angela Merkel e fissarlo in un concetto definitivo, al pari della Westbindung di Adenauer, dell'Ostpolitik di Brandt o della riunificazione di Kohl".
Ecco perché, analizza l'autore, "la vera grandezza di Angela Merkel consiste probabilmente nel fatto che nessun leader della recente storia mondiale ha saputo guidare un grande paese per così lungo tempo e attraverso una serie ininterrotta di crisi tanto gravi e drammatiche, alcune addirittura esistenziali".
Tanto più che Merkel "lo ha fatto tenendo saldamente la Germania nel solco dell'Europa". Ripercorrendo le diverse crisi di cui la leader cristianodemocratica cresciuta nella Ddr è stata protagonista, nel bene e nel male e sempre pronta a cambiare in corso d'opera l'approccio, il poliglotta Valentino si sofferma sui rapporti della cancelliera con i partner internazionali e, parlando dell'Italia, sottolinea che "al netto di oscillazioni e correzioni di rotta fisiologiche e inevitabili, Angela Merkel ha comunque rappresentato un importante fattore di continuità nei rapporti con l'Italia".
"In questo senso l'età di Merkel è stata per noi un periodo di grande stabilità e prevedibilità che, paradossalmente, rischia di averci disabituati a pensare il rapporto con la Germania, dandolo per scontato". Nonostante gli scontri sulle questioni economiche e finanziarie all'interno dell'Unione europea (particolarmente aspro quello con Mario Monti nella nottata successiva alla vittoria della Nazionale italiana su quella tedesca agli Europei del 2012), "Merkel adora la penisola".
Al tempo stesso però "c'è anche una sorta di estraneità culturale della cancelliera rispetto all'Italia". La conseguenza è che "non riesce a considerare l'Italia un riferimento strategico dentro l'Unione europea, alla pari della Francia o della Gran Bretagna prima della Brexit". Ora, "l'uscita di scena della cancelliera e la fine del suo motore immobile (rassicurante) aprono un futuro nel quale nulla sarà più come prima".