AGI - Napoleone Bonaparte potrebbe essere stato ucciso dalla sua estrema ossessione per l'acqua di colonia. E' l'ipotesi lanciata dallo scienziato Parvez Haris, dell'Università De Montfort di Leicester, secondo il quale l'eroe della Rivoluzione francese e il due volte Imperatore di Francia sarebbe stato avvelenato dagli oli essenziali contenuti nel suo amato profumo.
Napoleone morì il 5 maggio 1821 sull'isola di Sant'Elena, dove era stato in esilio per sei anni dopo la sua resa. Ufficialmente la causa della sua morte è stata indicata in un cancro allo stomaco, ma nel tempo si sono accumulate varie teorie, tra cui l'avvelenamento. C'è anche chi ha addirittura suggerito che i resti dell'ex imperatore nella sua tomba a Parigi siano in realtà quelli di un impostore e che Napoleone invece fuggì in America.
Ora, Haris aggiunge una nuova e interessante teoria, legata a quella che sarebbe stata un'abitudine o addirittura un'ossessione di Napoleone, e cioè il "profumo". Pare infatti che l'ex imperatore abbia consumato diverse bottiglie di colonia ogni giorno per anni. Precedenti studi negli Stati Uniti hanno dimostrato che gli oli essenziali possono agire come "interferenti endocrini" che agiscono sugli ormoni, portando a disturbi dello sviluppo e tumori. Secondo Haris, la sovraesposizione prolungata a questi oli potrebbe spiegare in gran parte il declino della salute di Napoleone nei suoi ultimi anni e persino il suo fatale cancro allo stomaco. Lo scienziato è talmente convinto della sua teoria che ha dichiarato di poter affrontare con le sue nuove evidenze "qualsiasi tribunale del mondo".
Per Haris quello che gli investigatori non hanno considerato sono "gli enormi volumi di acqua di colonia" utilizzati dall'illustre esule. "Napoleone era un grande promotore delle colonie, che entrarono in produzione commerciale per la prima volta nel 1792. A quel tempo era solo per i potenti e per i molto ricchi e poteva permetterselo", dice il ricercatore.
Lo studioso sostiene che "sebbene a Napoleone non piacessero i medici ed evitasse i loro farmaci, era convinto dei benefici per la salute dell'Eau de Cologne e si dice che abbia detto che questa era 'una protezione contro molte malattie'. Quindi per almeno 20 anni ci ha lavato il corpo, l'ha versato sulla testa e, in alcuni casi, l'ha letteralmente leccata". Il ricercatore non manca di ricordare che Napoleone portava la sua amata colonia anche durante le sue campagne militari. "I registri mostrano che consumava due o tre bottiglie al giorno quando, anche adesso, le persone possono usarne una all'anno!", precisa.
Inoltre, si dice che il profumiere di Napoleone, Gervais Chardin, avesse l' ordine di consegnare 50 bottiglie di colonia ogni mese. Non a caso in una fattura trimestrale del 1806 si legge di una fornitura di 162 bottiglie per la somma di 423 franchi. Si pensa che l'Eau de Cologne ricordasse all'allora imperatore francese la sua terra natale, la Corsica. Pare che uno degli ingredienti principali della fragranza fosse il rosmarino, che cresceva tra le scogliere dell'isola mediterranea.
"Per Napoleone, l'Eau de Cologne era un'arma a doppio taglio", dice Haris: da un lato l'alcol contenuto nel profumo lo avrebbe aiutato a proteggersi da virus e batteri mortali durante le sue campagne in diverse parti d'Europa, nonché in Asia (Siria) e Africa (Egitto), ma dall'altro "alla fine lo ha ucciso". E "non c'è dubbio, a mio avviso, che l'Eau de Cologne fosse il veleno principale, anche se la co-esposizione ad altre sostanze chimiche, compreso l'arsenico, deve aver contribuito alla sua cattiva salute e alla fine alla sua morte per cancro gastrico", specifica Haris.