C i sono ex soprintendenti, ma anche magistrati, cattedratici, archeologi, esperti vari, giornalisti. Tutti insieme - una settantina - nel 'Manifesto per la Tutela' dei beni culturali che contesta "la situazione di caos e di paralisi creata dalla riforma Franceschini". Esempi di questo 'disordine', la mostra sul Napoli Calcio con magliette, ricordi e gadget di Maradona al grande Museo Archeologico Nazionale di Napoli o l'idea di organizzare gare di canottaggio nella vasca della Reggia di Caserta. Il manifesto è una presa di posizione pubblica in cui si dice che se sono "imbavagliati" i soprintendenti e direttori, allora "denunciamo noi il caos nei Beni culturali" e si rileva che la riforma Franceschini mette in discussione la tutela dei beni culturali.
Tra i firmatari ci sono Adriano La Regina, già soprintendente all'Archeologia di Roma e accademico dei Lincei; Fausto Zevi, ex soprintendente archeologico di Napoli e Caserta, anche lui accademico dei Lincei; Anna Gallina Zevi, già alla Soprintendenza archeologica di Ostia Antica; Gianfranco Amendola, ex magistrato esperto di temi ambientali; Carlo Alberto Graziani, già presidente del Parco Nazionale dei Sibillini; Valerio Magrelli, poeta e ordinario di Letteratura francese all'università di Cassino. E ancora: Ferdinando Zucconi Galli Fonseca, presidente emerito della Corte di Cassazione; Paolo Liverani, archeologo, ordinario all'università di Firenze; Vittorio Emiliani, giornalista e scrittore di beni culturali (in fondo a questo articolo, i 37 nomi più noti).
Non sono poche le criticità che i firmatari del 'Manifesto per la Tutela' elencano nel documento, investendo anche il ruolo svolto dagli organi di informazione in questo campo: viene infatti rilevato che la situazione di caos e paralisi determinata "separando la valorizzazione (nel senso di monetizzazione) dalla tutela e privilegiando la prima a discapito della seconda" passa praticamente "sotto silenzio - con pochissime lodevoli eccezioni - nella stampa e nella televisione nazionale". "I soprintendenti e gli altri tecnici della tutela non possono assolutamente fare dichiarazioni, denunciare lo stato di confusione fra Soprintendenze, Poli Museali e Fondazioni di diritto privato, di depotenziamento strutturale, di esasperata burocratizzazione in cui versano gli organismi e gli uffici che per oltre un secolo hanno operato per difendere dalle aggressioni speculative, dall'abbandono, dall'incuria il patrimonio storico-artistico-paesaggistico".
E pertanto ecco farsi avanti loro, - i firmatari del 'Manifesto' per "denunciare pubblicamente la gravità di una situazione in cui ministro e Ministero continuano a magnificare conquiste straordinarie, mentre la spesa statale per la cultura rimane una delle più basse d'Europa, un terzo di quella francese, metà di quella spagnola, e i suoi recenti relativi incrementi, beninteso rispetto al minimo dello 0,19% del bilancio statale toccato nel 2011 (governo Berlusconi IV) rispetto al 39 % del 2000 (governo Amato II), vengono indirizzati su obiettivi futili o sbagliati".
Viene rilevato che, ad esempio, "si investono ben 18 milioni di euro nell'arena Colosseo per chissà quali spettacoli gladiatori (dopo la farsa grottesca dell'opera rock "Divo Nerone" sul Palatino) e si lascia agonizzare, senza mezzi né personale, lo strepitoso parco archeologico dell'Appia Antica o si istituisce un biglietto d'ingresso al Pantheon per poterne curare la manutenzione. Inoltre - denunciano i firmatari - "non si tiene in alcun conto il pesante conflitto di interessi sancito dall'Anac per un concorso tecnico-scientifico a Pompei, creando così un grave precedente".
Scrivono i firmatari: "Si declama ad ogni passo la bellezza dei paesaggi italiani, sempre più aggrediti da speculatori e abusivi, e per contro si lascia che la stragrande maggioranza delle Regioni (17 su 20) non predisponga, d'intesa col Ministero, e poi approvi, i Piani paesaggistici previsti dal Codice per il Paesaggio del 2007". "Nel contempo si tace sul tentativo dissennato - stornato per questa legislatura dalle opposizioni - di svuotare la legge Cederna-Ceruti n. 394/91 sulle aree protette (il 12% ormai del territorio nazionale, montano soprattutto, con 23 Parchi Nazionali rispetto ai 4 ante 1991) anzichè aggiornarla al Codice per il Paesaggio e applicarla seriamente".
Nel lungo documento è evidenziato che a colpire è la strategia di fondo del MiBACT. “Da una parte si trasferisce dagli stessi Poli museali a fondazioni di diritto privato la valorizzazione sempre più commerciale del patrimonio e dall'altra si prospetta con la legge Madia la sottomissione delle Soprintendenze, decisamente indebolite, ad un organo di governo locale come la Prefettura. Una offensiva, antistorica scemenza".
Viene aggiunto che "le denunce sullo stato penoso della tutela piovono ormai da tutta Italia e quindi il nostro elenco potrebbe continuare a lungo" ma "ci fermiamo qui per chiedere con forza ai partiti, al futuro Parlamento che questa deriva disastrosa venga fermata e ai media di ogni genere di cominciare almeno ad indagarla, a raccontarla seriamente - non limitandosi alle cifre di facciata, sempre più discutibili - ridando voce alle più collaudate competenze tecnico-scientifiche". A questo punto "la rete dissestata della tutela va letteralmente ricostruita. Con la scelta strategica di far di nuovo prevalere l'interesse pubblico sugli appetiti privati, premiando i capaci e meritevoli, riempiendo i vuoti negli organici dei beni culturali, evitando la chiusura per "vecchiezza" di archivi e biblioteche dove l'età media del personale supera i 60-65 anni e i trentenni rappresentano lo 0,6-1,6 % degli addetti".
I primi 37 firmatari dell'appello
Adriano La Regina, già soprintendente Archeologia Roma, Accademico dei Lincei
Francesco D'Andria, professore emerito di Archeologia greca e romana, Università del Salento
Andrea Emiliani, già Soprintendente ai Beni storici e artistici Bologna, Ferrara e Romagna, Accademico dei Lincei
Mario Torelli, già docente a Perugia di Archeologia, Accademico dei Lincei
Desideria Pasolini dall'Onda, fondatrice di Italia Nostra nazionale
Licia Vlad Borrelli, archeologo, già Istituto Centrale del Restauro
Giorgio Nebbia, ambientalista, professore emerito Università di Bari
Fausto Zevi, già Soprintendente archeologico Napoli e Caserta e docente alla Sapienza, Accademico dei Lincei
Pietro Giovanni Guzzo, archeologo, già Soprintendente in Puglia e a Pompei, Accademico dei Lincei
Maria Luisa Polichetti, già direttrice del Catalogo centrale e Soprintendente ai Beni architettonici delle Marche
Jadranka Bentini, già Soprintendente ai Beni storici e artistici di Bologna, Ferrara e Romagna, presidente di Italia Nostra a Bologna
Germana Aprato, già Soprintendente ai Beni Architettonici dell'Umbria
Lucia Fornari Schianchi, già Soprintendente ai Beni Storici e Artistici di Parma e Piacenza
Antonio De Siena, già Soprintendente archeologico della Basilicata
Anna Gallina Zevi, già Soprintendente archeologico ad Ostia Antica
Elio Garzillo, già Soprintendente ai Beni architettonici di Bologna e regione
Gianfranco Amendola, ex magistrato, docente di Diritto Ambientale
Carlo Alberto Graziani, già presidente del Parco Nazionale dei Sibillini e ordinario di Diritto Civile a Siena e Camerino
Valerio Magrelli, poeta, ordinario di Letteratura francese all'Università di Cassino
Bruno Toscano, professore emerito di Storia dell'arte Roma Tre
Ebe Giacometti, presidente Italia Nostra Lazio, delegata ai Parchi
Ferdinando Zucconi Galli Fonseca, presidente emerito Corte di Cassazione
Claudio Meloni, coordinatore nazionale della FpCgil del MiBACT
Andrea Camilli, responsabile Assotecnici del MiBACT
Maria Teresa Filieri, già direttore dei Musei Nazionali di Lucca
Gianni Venturi, già ordinario di Letteratura italiana all'Università di Firenze
Paolo Liverani, archeologo, ordinario all'Università di Firenze
Sandro Lovari, professore emerito di Ecologia, Università di Siena
Carlo Alberto Pinelli, professore al Suor Orsola Benincasa di Napoli, presidente di Mountains Wilderness
Lucia Lepore, archeologa della Magna Grecia, già docente a Firenze
Carlo Pavolini, archeologo, già docente Università della Tuscia
Giovanni Losavio, magistrato, già presidente nazionale di Italia Nostra, ora della sezione di Modena