Paramount ritocca skyline, l'ira di Hong Kong - Video

Arrival Denis Villeneuve
Hong Kong - Un piccolo disastro nella comunicazione ha investito la Paramount e il suo "The arrival", il film fantascientifico di Dennis Villeneuve in uscita a novembre. Un poster che pubblicizza la pellicola con Amy Adams, Forest Whitaker e Jeremy Renner mostra infatti un'astronave aliena che domina lo 'skyline' di Hong Kong. Tutto bene, se non fosse che tra i grattacieli spicca un altra presenza 'aliena': la Oriental Pearl Tower, la torre alta 468 metri che è il simbolo di Shanghai e in un certo senso di tutta quella Cina continentale da cui l'ex colonia britannica continua a sentirsi orgogliosamente distinta nonostante la riunificazione del 1997 con lo status di "Regione amministrativa speciale".
La gaffe ha suscitato una rivolta dei navigatori di Hong Kong sulla Rete con l'hashtag ##HongKongIsNotChina #ArrivalMovie. C'è chi si è interrogato con ironia se i grattacieli dell'ex colonuia non fossero abbastanza impressionanti per Hollywood e chi ha twittato "Perchè non metete la Torre Eiffel a Roma?". In molti si sono divertiti a postare immagini ritoccate al photoshop con monumenti famosi inseriti in città diverse da quelle in cui sorgono.
La Paramount è corsa ai ripari su Twitter e Facebook, dove ha espresso "rammarico" e ha attribuito l'errore "a un distributore esterno", assicurando che "l'erronea immagine di quel poster è stata sostituita con quella corretta". La toppa, però, rischia di essere peggiore del buco: nelle nuove locandine, infatti, resta la Pearl Tower contestualizzata nel giusto sfondo di Shanghai mentre di Hong Kong non vi è più traccia. "Per la Paramount la priorità sono i Renminbi", ha commentato un navigatore di Hong Kong alludendo alla valuta cinese e al grande mercato cinematografico della Cina continentale. Insomma "The arrival", film basato sul racconto che dà il titolo alla raccolta Storie della tua vita dell'autore americano di origine cinese Ted Chiang, è destinato a non avere grande successo nell'ex colonia britannica. (AGI)
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