R oma - La Rivoluzione francese travolse anche gli enciclopedisti che, pur avendola in qualche modo ispirata con le loro opere, finirono nel tritacarne di una macchina che non sapeva piu' arrestarsi trasformando in vittime gli stessi carnefici. Il loro dramma e' al centro di "Maledetta rivoluzione" (edizioni Il Melangolo), secondo volume dell'originale trilogia di Claudio Guidi sul Settecento francese che fa seguito a "Il Secolo bello". Beaumarchais, Marmontel, l'abate Morellet e l'abate Raynal sfuggirono miracolosamente alla ghigliottina ma dovettero subire persecuzioni inaudite, che li portarono a ripudiare una creatura ai loro occhi degenerata. Il grande matematico Condorcet, allievo prediletto di d'Alembert ed uno degli interlocutori preferiti di Voltaire, preferi' avvelenarsi per non farsi ghigliottinare.
Chi non riesce ad evitare la decapitazione e' invece Malesherbes, il benevolo censore senza il cui sostegno l'Encyclopédie non avrebbe mai visto la luce. Anche in questo secondo volume del giornalista e saggista italiano residente in Germania vengono riportati alla luce molti documenti inediti degli enciclopedisti, nei quali gli "apprendisti stregoni" marchiano con parole di fuoco il risultato aborrito della loro predicazione. Il perseguitato Beaumarchais nel 1792 constava con amarezza che "quando un popolo mite si mette" in "subbuglio, c'e' sempre qualcuno dietro che lo sobilla". Tra le poche figure a uscire indenni dal tritacarne c'e' Jean-Jacques Rousseau, i cui resti vengono trionfalmente traslati nel Pantheon parigino l'11 ottobre 1794, anche se difficilmente avrebbe approvato il bagno di sangue. Meglio forse per Voltaire, lo stesso Rousseau, d'Alembert e Diderot che la morte sia arrivata prima del grande incendio rivoluzionario del 1789 e gli abbia risparmiato, come osserva Guidi, "il raccapriccio per le conseguenze sanguinose prodotte dalla diffusione delle loro idee". (AGI)