L os Angeles - Con "Il caso Spotlight", gli Oscar sono tornati a premiare un'inchiesta giornalistica, come era già accaduto a "Tutti gli uomini del presidente" del 1976 sullo scandalo Watergate. La statuetta del miglior film è un riconoscimento indiretto anche ai giornalisti del Boston Globe che hanno lavorato per mesi all'inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa, raccontata nella pellicola. Ma soprattutto si conferma come l'Academy guardi con interesse al giornalismo d'inchiesta, specie se basato su una storia vera, da "Barriere invisibili" a "Good night and good luck".
La pietra miliare resta il film di Alan J.Pakula che sull'onda emotiva dello scandalo che travolse Richard Nixon porto' casa ben 4 Oscar, ma non quello per il miglior film. Dustin Hoffman e Robert Redford interpretavano i cronisti del Washington Post che svelarono l'effrazione negli uffici del Partito democratico all'hotel Watergate, diventato sinonimo di scandalo. Sulla figura dell'ex inquilino della Casa Bianca tornerà nel 2008 anche Ron Howard con "Frost-Nixon". Il film è un adattamento cinematografico delle vere interviste a Nixon registrate nel 1977 dal giornalista britannico David Frost. Cinque le candidature, ma la pellicola non porta a casa l'Oscar.
Nel 1942, Hollywood fu sedotta da "Quarto potere", diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles. Nessun giornalista protagonista, ma l'espediente del cinegiornale a descrivere la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane (interpretato dallo stesso Welles), incapace di amare se non "solo alle sue condizioni" che creeranno un vuoto attorno a sè, lasciandolo solo nella sua gigantesca residenza, dove morirà abbandonato da tutti. Cinque anni dopo è la volta di "Barriera Invisibile" cui l'Academy assegna tre statuette. Philip Schuyler Green (Gregory Peck) è un affermato giornalista americano che trasloca dalla California a New York assieme al figlio Tommy e alla madre malata di cuore. Phil riceve un nuovo incarico dal suo capo: scrivere un articolo sull'antisemitismo. Dopo aver riflettuto a lungo per trovare un'idea brillante e originale, decide di fingersi ebreo per qualche settimana per provare sulla sua pelle i pregiudizi radicati tra gli americani.
Nel 1999 la fabbrica del cinema porta di nuovo sul grande schermo una vera inchiesta giornalistica con "Insider- Dietro la verità" firmato da Michael Mann. Russel Crowe interpreta Jeoffrey Wigand, un informatore dell'industria del tabacco, ex dirigente che dopo il licenziamento decide di testimoniare contro i suoi ex datori di lavoro. In suo aiuto arriva Al Pacino, nei panni di Lowell Bergman, cronista d'assalto della CBS. Bergman realizzerà un'intervista chiave mai mandata in onda dalla rete per paura di ripercussioni da parte della lobby del tabacco. Il film sarà candidato a sette nomination.
'Solo' sei, invece, per "Good night and good luck", diretto e interpretato da George Clooney. Ancora la CBS sui grandi schermi con la vera storia di Edward R. Murrow, giornalista radiofonico e televisivo che nel 1953 si schiera contro il Maccartismo. La pellicola di Clooney riceverà sei nomination. Tre sono, invece, quelle di "Diritto di Cronaca" film del 1981 diretto da Sidney Pollack. Michael Gallager, interpretato da Paul Newman, ha la colpa di essere il figlio di un mafioso e per questo viene preso di mira dal procuratore distrettuale Rosen che sta indagando sull'uccisione di un sindacalista. Newman riesce pero' a strumentalizzare la giovane reporter Megan Carter (Sally Field). Cio' che viene scritto sul giornale finirà col creare pesanti sospetti su Michael Gallager che alla fine del film riuscirà a raggiungere il suo scopo. (AGI)