M ilano - Era un grande raccontatore di storielle umoristiche, barzellette, e aneddoti". Moni Ovadia vuole dare un'idea privata del suo amico Umberto Eco, poco prima dell'inizio della cerimonia funebre laica al Castello Sforzesco di Milano. "Abbiamo trascorso notti intere a raccontarci storielle - ricorda - .Aveva questa liberta' di essere aperto a ogni forma del comunicare. Non aveva prosopopea. Una volta dopo una di queste nottate disse 'e adesso che conosciamo ognuno le barzellette dell'altro, come facciamo?'. Gli dissi, "non ti preoccupare Umberto, la pietas dell'Alzheimer ce le fara' dimenticare e ce le racconteremo altre mille volte". Ridemmo molto". "Ne io - aggiunge serio - ne' le prossime generazioni rivedremo un altro Umberto Eco". La moglie di Umberto Eco, Renate Ramge Eco, ha scelto come colonna sonora della cerimonia "La follia" di Corelli. Una decisione che non sorprende Moni Ovadia che spiega "Le follie di Corelli erano una grande passione di Umberto Eco". E aggiunge "non so quanti sappiano che lui era un provetto flautista, suonava il flauto dolce. Ha scritto anche dei poemi epico-goliardici in forma di canzone sulla rivoluzione bolscevica, per esempio. Aveva una vastita' e liberta' di pensiero, che per trovare qualcuno a lui simile dobbiamo andare indietro secoli. Aveva la leggerezza di guardare agli amici con grande indulgenza, li accoglieva". (AGI)