R oma - Lo storico è, per sua natura, revisionista. Renzo De Felice, uno dei massimi storici del secolo scorso, spiegava l'essenza stessa di chi faceva il suo mestiere. La Storia (con la 's' maiuscola) la scivolo i vincitori. Poi sta agli studiosi scavare alla ricerca della verità. Ma rileggere la Storia è compito anche degli intellettuali e degli artisti. E così va in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 31 gennaio "Nerone, duemila anni di calunnie", spettacolo scritto e interpretato da Edoardo Sylos Labini con Angelo Crespi, nato da un'idea di Pietrangelo Buttafuoco e liberamente tratto dall'omonimo saggio di Massimo Fini. L'idea di offrire sul palcoscenico un'immagine inedita e veritiera del più famoso e famigerato imperatore romano, parte dalla considerazione che fa Massimo Fini nel saggio "Nerone - Duemila anni di calunnie", per cui "nessun personaggio storico ha mai goduto di così cattiva stampa come Nerone. Alcuni autori cristiani ritennero che fosse addirittura l'Anticristo.
In realtà è certo che questo imperatore chitarrista, cantante, poeta, attore, scrittore, curioso di scienza e di tecnica, fu un unicum nella storia dell'Impero Romano. Le elite economiche e intellettuali del tempo non lo capirono, oppure lo capirono fin troppo bene e per questo lo osteggiarono ferocemente costringendolo, alla fine, al suicidio". Dopo aver portato in scena Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D'Annunzio e Italo Balbo,Stavolta Sylos Labini indaga nell'antica Roma. Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio di cui Nerone è ingiustamente accusato di essere il mandante, "Nerone - Duemila anni di calunnie" tenta di svelare chi era davvero questo controverso imperatore, rispondendo ad alcuni quesiti ancora oggi irrisolti, e mettendo l'accento sulla vocazione culturale e artistica di questo imperatore visionario.La scena si apre tra i marmi della Domus Aurea, il palazzo imperiale, dove Nerone, alias Edoardo Sylos Labini, tormentato dal fantasma della madre ed attorniato da un'eccentrica corte di mimi, musiciste e ballerine, rivive le presenze più importanti della sua vita.
L'ossessiva madre Agrippina, impersonata da Fiorella Rubino, assetata di potere che, grazie ad una serie di delitti, gli apre le porte dell'Impero a soli 17 anni. Il filosofo Seneca, Sebastiano Tringali, moralizzatore dei costumi di Roma ma anche bieco opportunista che cerca di influenzare ogni scelta del giovane imperatore. La bellissima e dissoluta seconda moglie Poppea, Dajana Roncione, con la quale l'imperatore condivide l'amore per l'arte e la passione per la Grecia. L'amico di bagordi Ottone, Gualtiero Scola, governatore della Lusitania ed ex marito di Poppea che congiura per gelosia alle spalle di Nerone. Ed infine Fenio Rufo, Giancarlo Condè, Prefetto del Pretorio e mente della rivolta condotta da una elite economica ed intellettuale contro la quale Nerone combattè durante i 14 anni del suo regno. "Nerone - Duemila anni di calunnie" è un'opera in due atti in cui si esibiscono anche il mimo-dj Paul Vallery (autore anche delle musiche) e una corte costituita dai giovani attori della compagnia Fonderia delle Arti. è un testo colto, che offre una visione nuova e originale sulla vita di un imperatore che voleva fare una rivoluzione culturale e che è rimasto vittima delle prime lobby del potere della storia. (AGI)
(20 gennaio 2016) .