AGI - "È inaccettabile morire per consegnare una pizza. Chiediamo più sicurezza per noi rider che lavoriamo per le strade". "Sicurezza", in una parola, è il grido che si leva in piazza del Campidoglio dove i rider sono accorsi per chiedere più diritti. "La mia schiena è a pezzi. Non è una metafora. È veramente malandata - dice Ginevra, una rider e sindacalista della Filt-CGIL - non sarebbe cosi' se ci fossero strade asfaltate. Sarebbe opportuno che le cose iniziassero a funzionare, che come in altri Paesi europei ci fosse attenzione per il cittadino. La situazione qui è imbarazzante rispetto al resto d'Europa. Fuori le strade sono asfaltate, le segnaletiche ci sono, queste sono cose importanti. Roma è una buca costante".
Di fronte al Comune di Roma ci sono i segretari generali di Filt-Cgil di Roma e Lazio, Fit-Cisl del Lazio e Uil Trasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago: "Si deve fare tutto il possibile per garantire la salute e sicurezza e la qualità del lavoro", affermano. "Abbiamo strade in cui ci si potrebbero piantare pomodori e melanzane - dice all'AGI Giancarlo Santeusiano, che oltre a essere un rider e un sindacalista della Cisl è anche presidente di un'associazione Lgbtqa+ - io sono stato sei mesi fermo a causa di un incidente bruttissimo. Ferito alla spalla, al gomito e con una costola incrinata. Al Comune non interessa niente di sistemare le strade. L'epoca in cui ho avuto l'incidente c'era la Raggi, e si dava la colpa a lei, ma da allora a oggi non è cambiato nulla".
L'assessora alle politiche del lavoro del Comune di Roma, Claudia Pratelli, è scesa in piazza del Campidoglio per confrontarsi con i sindacati e con i rider. "Oggi è una giornata importante, ci facciamo carico insieme di affrontare le richieste che voi sollevate. Ci avete avanzato la richiesta di istituire un tavolo permanente. A questa richiesta rispondiamo si'", ha detto Pratelli.