AGI - "Alighieri Dante è condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, e lo si condanna a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia". Era il 10 marzo del 1302 quando il non ancora sommo poeta, fu condannato a morte a Firenze e fu costretto all'esilio dal governo dei Guelfi neri (lui apparteneva alla fazione di Guelfi bianchi). Oggi, 700 anni dopo, c'è chi vorrebbe annullare quella condanna. In questo video di Afp parlano Alessandro Traversi, avvocato e organizzatore della "revisione" del processo Dante, e Sperello di Serego Alighieri, astrofisico e discendente dell'autore della Divina Commedia.