AGI - Torna in libertà Fares Bouzidi, il giovane che era alla guida dello scooter dove viaggiava anche Ramy Elgaml, morto durante un inseguimento dei carabinieri. A quanto apprende l'AGI, il gip di Milano Marta Pollicino ha sostituito la misura dei domiciliari con quella dell'obbligo di firma due volte alla settimana negli uffici della polizia giudiziaria.
Secondo la giudice che ha accolto la richiesta di revoca dei domiciliari da parte degli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, le esigenze cautelari "sono al momento soddisfatte dalla misura meno afflittiva dell'obbligo di presentazione davanti alla polizia giudiziaria".
Fares era stato arrestato per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Tra le ragioni individuate dalla gip per cui il giovane deve tornare libero, ci sono quelle di salute.
"Nonostante le dimissioni avvenute in data 3.12.2024, l'indagato accusava ancora malori dovuti alle sia pur fisiologiche complicanze dell'intervento, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre - si legge nel provvedimento - e, nel corso dello stesso interrogatorio, celebrato il 12.12.2024, si presentava visibilmente ancora sofferente e con difficolta' di deambulazione, tanto da essere sostenuto dalle stampelle; e che, infine, dalla ultima documentazione medica prodotta dalla difesa in data 16.12.2024, emerge un quadro clinico, che, se pur in via di oggettivo miglioramento, e' da ritenersi ancora in itinere, se solo si considera che l'indagato sarà sottoposto a un ulteriore intervento chirurgico, oltre che a ulteriori visite di controllo, alcune delle quali già programmate e autorizzate".
Ma nell'ordinanza si evidenzia anche che "occorre procedere a una valutazione complessiva di adeguatezza e proporzionalità della misura in modo da garantire che vi sia sempre, nel corso del procedimento, la necessaria corrispondenza tra le ragioni cautelari del caso concreto e la misura adottata, al fine di evitare ingiustificate restrizioni della libertà personale, o l'applicazione di una misura non adeguata alle suddette esigenze di cautela, che nel caso di specie, erano state individuate nel pericolo di recidiva". Inoltre, la giudice annota che l'unica dimora di cui l'indagato "appare poter eventualmente disporre, si trova al di fuori dalla Regione Lombardia con le inevitabili conseguenze che tale - allo stato ineliminabile -circostanza avrebbe, quanto meno in termini di ritardata attuazione del trattamento terapeutico".
In conclusione, "pur non potendosi obliterare la concreta gravita' della condotta posta in essere da Bouzidi nelle modalità peraltro puntualmente ed esaustivamente descritte nella contestazione provvisoria formulata dal pm, appare necessario procedere al bilanciamento e alla rivalutazione delle concrete esigenze cautelari sottese alla citata ordinanza, e ciò sia sotto il profilo dell’attualità delle esigenze cautelari che sotto il profilo della proporzionalità e della gradualità della misura cautelare prescelta".