AGI - Due minorenni, un ragazzo di 15 anni, come possibile autore materiale dell'omicidio, e uno di 17 anni, suo complice. Sarebbe su di loro che si concentrano le attenzioni degli inquirenti che stanno facendo chiarezza sull'agguato costato la vita a Emanuele Tufano, 15 anni, ucciso nella notte tra il 24 e il 25 ottobre a Napoli. I due sospettati sono stati interrogati e rilasciati, e per ora sono solo indagati a piede libero. Si cercano riscontri a una ricostruzione dell'accaduto ancora un po' frammentaria, bastata su ascolto di persone e visione dei filmati da telecamere di videosorveglianza. Un puzzle difficile da comporre per uno scenario che individua due gruppi di ragazzi contrapposti; uno, quello dove c'era Emanuele, che avrebbe 'attaccato' per primo, e il secondo, del rione Mercato, che avrebbe risposto e ucciso.
Ci sono alcune immagini tratte dalle telecamere di esercizi commerciali tra corso Umberto I e via Carminiello al Mercato, una in particolare, e la Squadra Mobile della polizia la sta visionando con attenzione. In quelle scene, che durano pochi secondi, ci sarebbero elementi importanti per arrivare non solo a ricostruire con precisione la dinamica ma anche i responsabili dell'accaduto. Il ragazzo è stato colpito da un solo proiettile alla schiena, mentre scappava al fuoco di un altro gruppo di ragazzi, suoi coetanei, per lo più armati di pistola. Una scia di 200 metri di colpi e almeno due armi. I proiettili si sono conficcati anche nelle auto e nelle vetrine di corso Umberto.
Emanuele e i suoi due amici di 14 e 17 anni, feriti e ricorsi alle cure dei medici, forse avevano dato fastidio a qualcuno o forse avevano un appuntamento per chiarire uno screzio tra bande di giovanissimi. Lui era incensurato, la mattina studiava e il pomeriggio invece lavorava come apprendista meccanico. Ma questo non è bastato, secondo le informazioni raccolte dagli investigatori, ad allontanarlo da cattive compagnia al rione Sanità, dove abitava con i genitori, entrambi incensurati e lavoratori, e un fratello definito 'turbolento'. La Squadra Mobile ha ascoltato durante la notte anche alcuni ragazzi. Almeno tre sono arrivati in questura accompagnati da genitori.