AGI - È morto nel carcere di Bari il 65enne Giuseppe Lacarpia, probabilmente a causa di un gesto estremo. Non è ancora noto cosa abbia usato per togliersi la vita, ma si sarebbe impiccato. L'uomo era in prigione perché accusato dell'omicidio premeditato della moglie, la 60enne Maria Arcangela Turturo, avvenuto nella notte di domenica 6 ottobre in strada vicinale dei Pigni a Gravina in Puglia (Ba).
Lacarpia, dopo 24 ore dalla sua detenzione, l'8 ottobre scorso, fu ricoverato al policlinico di Bari, perché sarebbe caduto dal letto a castello a causa di un malore. L'uomo soffriva di demenza senile e Alzheimer ed era in cura da diversi anni, anche se è stato ribadito dai figli che è sempre stato "lucido e presente a se stesso".
"Il detenuto - ha fatto sapere il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti - era rientrato da pochi giorni dall'ospedale ed era stato sistemato al piano terra della 3 sezione insieme ad altri detenuti. Questa notte intorno alle 2 circa, gli altri detenuti ristretti nella stanza hanno dato l'allarme, che ha visto il pronto intervento dell'agente addetto al reparto che non si era accorto di nulla, poiché il detenuto era steso nel suo giaciglio e si sarebbe soffocato stringendo al collo un rudimentale cappio ricavato da un lenzuolo che, aveva attaccato alle sbarre del letto. Nel frattempo - racconta Pilagatti - giungevano nella stanza anche gli altri soccorritori che hanno cercato di rianimare in tutti i modi il detenuto inutilmente, in quanto era già morto".