AGI - La 'cometa del secolo' continua a dare spettacolo nei tramonti autunnali, e a scatenare la caccia a occhio nudo del suo passaggio nel cielo. La cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-Atlas). La cometa ha raggiunto la minima distanza dalla Terra il 12 ottobre scorso, e sebbene la sua luminosità sia in diminuzione a causa del progressivo allontanamento del Sole (si stima una magnitudine pari a 3), è possibile fotografarla.
"Basta osservare il cielo in direzione ovest - spiega all'AGI l'astrofotografo siciliano Dario Giannobile, che aveva ripreso la cometa di Neanderthal sui crateri dell'Etna e ha 'catturato' Atlas sul borgo di Palazzolo Acreide in Sicilia - e identificare i due astri più brillanti ovvero Venere e la stella Acturus. La cometa si troverà esattamente a meta' tra i due oggetti celesti. Sarà possibile apprezzarne le caratteristiche principali ovvero la chioma e la coda. Avvicinandosi al Sole, una cometa si riscalda. Il calore fa sì che il suo ghiaccio misto a polveri sublimi diventando una chioma brillante che avvolge il nucleo e una coda che può estendersi per milioni di chilometri".
Non solo la coda, rende affascinante una cometa; c'è anche l'anti-coda. Si tratta, spiega l'astrofotografa Marcella Giulia Pace, di "un affascinante fenomeno ottico in cui la coda della cometa sembra puntare verso il Sole, opposta alla tradizionale coda che se ne allontana. Ciò accade - prosegue Pace, mentre imbraccia la macchina fotografica per riprendere Atlas che sorvola la spiaggia di Cava d'Aliga nel Ragusano - quando la Terra attraversa o si avvicina al piano orbitale di una cometa, permettendoci di osservare effetti prospettici unici. Le particelle di polvere più pesanti emesse dalla cometa rimangono lungo il suo percorso orbitale, formando una scia di detriti. Se ci allineiamo in modo da osservare questo disco di polvere di profilo, le particelle appaiono concentrate lungo una linea che sembra puntare verso il Sole".