AGI - "Del fatto che Vincenzo abbia visto il mio conto non ci ho trovato nulla di male. Alla fine, lui è il mio commercialista, e ho pensato che, per qualche motivo, magari per curiosità, fosse andato a vedere". È quanto raccontato all'Agi da un imprenditore originario di Bitonto (Ba) e residente nel Nord Italia, risultato tra le persone più spiate, con oltre 300 accessi, dall’ex dipendente di Intesa Sanpaolo, Vincenzo Coviello, al centro di un’inchiesta della procura di Bari. L’uomo, 52enne bitontino, è accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
Avrebbe spiato non solo nei conti della premier Giorgia Meloni e del ministro della Difesa Guido Crosetto, ma anche in quelli di comuni cittadini, partendo dai suoi cognati, passando per ex compagni di scuola e conoscenti: tra febbraio 2022 e aprile 2024 avrebbe effettuato 6.637 accessi non autorizzati a dati riservati relativi a 3.572 clienti dell'istituto di credito.
"L'istituto di credito mi aveva avvisato l'anno scorso di questa vicenda – spiega l’imprenditore – ma insieme al mio consulente bancario abbiamo verificato che non c’erano stati movimenti sul conto, quindi non ho intentato alcuna causa". E aggiunge: "Non ho visto dolo. Faccio l’imprenditore, ne ho viste di tutti i colori, se dovessi parlare di quante volte la guardia di finanza controlla le mie, le nostre attività...".
Perché, secondo lei, faceva accessi anche a politici e istituzioni? "Sono numeri davvero grandi, però magari, una volta, per curiosità, si può andare a vedere quanto guadagna Berlusconi... – dice al telefono –. Lei è sicura che nessun direttore o funzionario di istituto di credito abbia mai guardato nel suo conto? Bisogna capire quale fosse il fine, questo sicuramente. Però, per come conosco Vincenzo, è sempre stato un esempio di professionalità, abnegazione, serietà. Che io sappia, non è nemmeno iscritto a partiti politici: una persona esemplare, un papà straordinario, una persona integerrima. Non credo ai dossieraggi, non credo a queste cose".
E conclude: "Non mi sono dato una spiegazione, onestamente. Ma non ho cambiato opinione su di lui. Gli ho anche mandato un messaggio: gli ho detto che ho saputo ciò che sta accadendo, capisco la macchina del fango che può colpirlo come papà e professionista, e gli ho detto che non mi interessano i motivi, la mia stima non cambia".