AGI - La procura di Bari ha proceduto ieri alla perquisizione domiciliare nei confronti dell'ex dipendente della filiale di Bisceglie - Gruppo Intesa Sanpaolo (licenziato l'8 agosto scorso), V.C. di 52 anni originario di Bitonto, attualmente indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici della banca e per tentato procacciamento di informazioni riguardanti la sicurezza dello Stato. L'uomo è accusato di aver consultato senza autorizzazione i dati di 3.572 clienti in ben 679 filiali del gruppo, tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024.
Secondo le indagini, scaturite da una denuncia-querela presentata da un correntista di Intesa Sanpaolo, l'ex dipendente avrebbe effettuato 6.637 accessi non autorizzati ai sistemi informatici della banca. Tra i soggetti i cui dati sarebbero stati illecitamente consultati figurano personalita' di spicco della politica italiana, tra cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni suoi familiari (Arianna Meloni e Andrea Giambruno), e altre figure del mondo politico e istituzionale come il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Raffaele Fitto e Daniela Santanchè, e i governatori della Puglia e del Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia.
Durante la perquisizione domiciliare eseguita dalla polizia giudiziaria, sono stati sequestrati vari dispositivi elettronici, tra cui smartphone, tablet, e hard disk, che saranno sottoposti a ulteriori analisi forensi per verificare l'eventuale raccolta o utilizzo illecito delle informazioni ottenute. Le indagini sono ancora in corso e il procedimento si trova nella fase preliminare.
La Russa: "Nulla da nascondere"
"Se mi avesse chiesto il mio estratto conto, glielo avrei dato senza problemi perché non ho nulla da nascondere". Ignazio La Russa, intervistato da Il foglio, scherza sulla vicenda del l'ex dipendente di Intesa Sanpaolo che ha spiato i conti di big della politica, tra cui il suo. "C'è un brutto clima. Quando il consenso è forte nel Paese, sembra che ci sia qualcuno pronto a tutto pur di fermarci - aggiunge poi serio - ma non ci riusciranno". Quello che è venuto alla luce "è un fatto gravissimo dal punto di vista della violazione della privacy - rileva il presidente del Senato - ora c'è un'inchiesta della magistratura su questo episodio. E anche su questo episodio pero' qualche riflessione si puo' fare".
"Meloni lo ha detto con una battuta, seppur amara, ma ormai siamo alla normalità. Prima è il caso del finanziere Pasquale Striano e adesso questo la faccenda si fa preoccupante, diciamo", sottolinea La Russa. Una nuova stretta, magari legislativa? "No, le leggi ci sono si tratta solo di farle rispettare". "Quando c'è un governo con un forte consenso molto riconosciuto e benvoluto dagli italiani, chi non ha idee per contrastarlo si attacca a queste cose. Bussa a tutte le porte pur di riuscire il proprio intento. Credo che dietro a queste vicende ci sia ormai un problema etica da non sottovalutare. Non bisogna abituarsi a queste pratiche, ne va della nostra democrazia. Mi sento di fare l'affermazione forte. Non è cosi' che vinceranno, non è cosi' che centrodestra andrà a casa anche perché grazie a Dio nessuno di noi ha nulla da nascondere. Io per primo. Lo ripeto: se voleva ficcare il naso nel mio conto potevano dirmelo. No problem", spiega. Ha prove che ci sia un disegno dei vostri avversari? "è strano, diciamolo, che al centro di questi dossieraggi ci sia sempre il centrodestra, no?", la risposta di La Russa.
Zaia: "Spero sia follia, non dossieraggio"
"A me spiace solo che nel conto corrente non si vedano i mutui cosi' avremmo almeno un quadro generale della attività e passività. Al di la' delle battute 6 mila accessi significa che anche i sistemi di controllo sono pieni di falle". L'ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia a margine di un evento a Padova, commentando la notizia dell'ex dipendente di Intesa Sanpaolo che avrebbe spiato i conti correnti di oltre 3 mila persone note tra cui, oltre alla stesso presidente del Veneto, anche la premier Giorgia Meloni e i suoi familiari.
"Spero solo si tratti di follia, non di accessi alimentati da qualcuno che aveva bisogno di fare dossier" ha infine concluso.