AGI - Un egiziano pizzaiolo di 22 anni, E.S., è stato arrestato per attività di proselitismo sul web. L'operazione antiterrorismo, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, è stata condotta dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos e dalle Digos di Brescia e Bergamo. "Le indagini hanno subito un'accelerazione perchè si temeva che il giovane compisse un gesto terroristico nei prossimi giorni", ha spiegato in conferenza stampa il procuratore di Brescia Silvio Bonfigli parlando del giovane. L'egiziano, infatti, aveva in mente di mettere in pratica un "atto fortemente violento e pericoloso" nella basilica di Sant'Alessandro in Colonna.
Nell'ordinanza cautelare firmata dal gip di Brescia, infatti, si sottolinea "il concreto pericolo che l'indagato commetta altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede, come dimostrato dalla programmazione di un atto fortemente violento e pericoloso". Il giudice parla di una "personalità dalle posizioni estremamente radicali, e con un'ideologia intrisa di esecuzioni cruente, sparatorie e decapitazioni in nome della jihad". Inoltre, a parere del magistrato, "esiste il pericolo di fuga, dal momento che, tenuto conto dell'imminente scadenza del permesso di soggiorno, è ravvisabile la ragionevole probabilità che l'indagato, se non si intervenisse, potrebbe fuggire".
In un'intercettazione contenuta nel provvedimento restrittivo il giovane egiziano sembra proprio fare riferimento alla volontà di compiere un attentato. "Allora, come procede la vita?" domanda il suo interlocutore. E lui: "Giuro, la vita è noiosa. Sono sul posto di lavoro. La finestra è aperta, di fronte a me c'è la chiesa. Fuori ci sono delle persone vestite di nero. Se questo coltello che ho in mano entra nel corpo di un umano che faccio, esco o non esco?". La chiesa, secondo quanto ricostruito da chi indaga, è quella di Sant'Alessandro in Colonna, che si trova in centro città a poco più di cento metri dal luogo di lavoro del ragazzo, 'Pronto Pizza', in via Garibaldi.
La figura di E.S., presenta delle analogie con quella di altri giovani coinvolti in altre inchiesta ma con alcune peculiarità. "E' un caso di apparente normalità - ha evidenziato il procuratore Bonfigli -. E' un lavoratore irreprensibile sul posto di lavoro che inneggia alla jihad e al martirio. Gli elementi in comune con altri sono la giovane età e la familiarità e grande dimestichezza coi social. Ma era in uno stadio di progettualità avanzata, vicino al passaggio all'azione. Non è un lupo solitario, ha contatti con altre persone verosimilmente inserite in contesti di terrorismo islamico".