AGI - "Certi atti politici della destra rischiano di alimentare il solito scontro tra cittadini italiani e rom, ignorandone, per di più, la cittadinanza, con l’unico risultato di creare una macabra competizione tra persone che vivono la stessa situazione di fragilità". È il cuore della lettera che la Presidente della commissione Politiche Sociali del Comune di Roma, Nella Converti, ha inviato al Direttore Generale dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) di Palazzo Chigi, Mattia Peradotto, denunciando un clima fortemente discriminatorio che si sta creando nel XV municipio dopo lo sgombero del campo rom di via Cesare Lombroso.
L'azione di chiusura del campo rientra nel piano di attuazione del piano cittadino per il superamento dei campi "dopo mesi di lavoro, coprogettazione, coprogrammazione, e un'intensa attività di accompagnamento delle famiglie prima, durante e dopo la fuoriuscita" e aggiunge la presidente "è stato compiuto senza azioni di polizia, con una grande attenzione alle persone ivi presenti e soprattutto ai bambini che compongono una buona parte della popolazione del Campo".
Nonostante la "serenità" con la quale è avvenuto il trasferimento delle persone, Converti registra che "c’è chi tenta di vanificare questi sforzi mettendo in atto comportamenti che disconoscono il principio universale di uguaglianza tra le persone e che si rifanno alla retorica della contrapposizione tra “noi” e “loro”, così come accaduto lo scorso mercoledì durante l’audizione dell’Assessora Barbara Funari in Commissione Capitolina Politiche Sociali e Salute sulla chiusura del Campo, dove, come potrà vedere dalla registrazione e dagli articoli pubblicati sugli organi di stampa, si è creato un clima poco sereno nello scambio tra le parti politiche. Durante i lavori è anche emerso un fatto spiacevole che si sta verificando nel territorio del XV Municipio e che riguarda la diffusione di locandine nelle quali si pubblicizza una raccolta firme per impedire lo spostamento delle persone Rom all’interno del territorio della Cassia-Cerquetta dove è situato il SASSAT, struttura di Roma Capitale per l’emergenza abitativa che ospiterà, per un periodo limitato,dieci nuclei familiari in attesa di altra sistemazione definitiva".
Nella lettera lunga oltre 2 pagine, viene quindi denunciato all'ufficio che si occupa delle discriminazioni razziali "serpeggiano manifestazioni di una subcultura che rischia di creare allarme sociale sul presupposto chele persone Rom e Sinti siano una minaccia e, pertanto, siano destinate a vivere in una condizione di poca dignità e di esclusione dai diritti e dalla comunità a cui invece dovrebbero appartenere. Questo messaggio aberrante ci riporta, purtroppo, a una fase oscurantista del Paese ma anche a momenti più recenti del governo di questa città, quando sono state tollerate soluzioni che non hanno fatto altro che ghettizzare gli ultimi". Converti ricorda poi nella lettera quanto avvenuto a Torre Maura quando un intero quartiere scese in strada contro il trasferimento di alcune famiglie rom in un "contesto già sofferente" e "con soluzioni calate dall'alto" che "ci hanno insegnato che nella guerra tra ultimi e penultimi a vincere è solo chi ha soffiato, consapevolmente, sul fuoco della paura e del razzismo".