AGI - "In questi sei anni di importante è accaduto che sono state fatte le indagini in modo molto approfondito e il processo è partito con grande impegno di tutti, e questo è un dato che non era scontato". Lo dice Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo Vittime di ponte Morandi, nel giorno della sesta commemorazione del disastro, costato la vita a 43 persone. Possetti nella tragedia perse la sorella, il cognato e il nipote.
"Ovviamente speriamo si possa giungere, quanto prima, a una sentenza di primo grado per poi arrivare alla fine di questo calvario processuale - aggiunge - purtroppo in Italia i processi sono così lunghi e noi abbiamo bisogno di avere certezza su ciò che in cuor nostro è già certo, che sono le motivazioni di questa tragedia. Dobbiamo avere una verità processuale definita, delle condanne, perchè non è stato un meteorite, la bobina, il fulmine o quant'altro hanno cercato di inventare - sottolinea - è chiaro dalla documentazione, da tante cose, ma vogliamo che diventi verità processuale. Non cambia nulla, i nostri cari non torneranno, ma sarà un passo importante per tutto il Paese".
Nell'ambito del procedimento per il crollo del 14 agosto 2018, "è la prima volta che un comitato diventa parte civile in un processo - sottolinea - e questo è un dato storico che farà giurisprudenza".
Per Egle Possetti, "il Memoriale sarà il punto fermo del ricordo, in cui ci sarà la storia di quanto avvenuto. Il rischio che si possa dimenticare quanto accaduto c'è e questa è una battaglia contro cui dovremo lottare per sempre. E tra 20 anni i ragazzi che oggi non sono ancora nati potranno andare lì e capire che cosa sia avvenuto. Questo per noi è un punto importantissimo della memoria, che non dovrà essere una cattedrale nel deserto. Dovrà essere vivo e vitale e faremo il possibile per mantenerlo tale".
"C'è un disegno di legge che abbiamo proposto da quattro anni e la cosa fondamentale - sottolinea ancora la presidente del Comitato - è che rimarrà per il futuro. Se malauguratamente dovesse avvenire un'altra tragedia come la nostra, sarebbe pronto per dare supporto ai parenti delle vittime, e questo per noi è essenziale. Dopo quello che abbiamo passato in questi anni, potrebbe aiutare altri a stare meno male".
A rappresentare il governo oggi, in occasione della sesta commemorazione del crollo di Ponte Morandi, solo il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi. "Lo Stato in alcuni aspetti ci è stato vicino, abbiamo visto negli ultimi mesi molta attenzione su questo disegno di legge che abbiamo proposto e la volontà di portarlo a termine. Sicuramente lo Stato è vicino nella parte di indagini e di lavoro della magistratura. Speriamo - conclude - di avere lo Stato presente quando inaugureremo il Memoriale. Ci auguriamo di avere il presidente Mattarella", conclude Possetti. Il Memoriale è atteso in autunno: la data ipotizzata è il 14 novembre, ma ancora non è certa.
Il viceministro Rixi, "presto il ddl incuria sarà legge"
"Ricordiamo un momento tragico del nostro Paese, un momento in cui la comunità nazionale si è risvegliata con una tragedia che ha dimostrato quanto l'incuria può creare danni. Io mi sono ritrovato sotto quel ponte, padre da pochi mesi. Ciascuno di noi poteva esserci sopra. Bisogna ricordare, ma col dolore. A me spettò comunicare la tragedia all'allora governo". Così il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, in rappresentanza deIla presidenza del consiglio dei ministri, alla cerimonia commemorativa per il crollo di Ponte Morandi.
"Il Paese ha fatto una profonda riflessione sulla gestione delle infrastrutture. Ringrazio la premier Meloni, il ministro Salvini e tutti i parlamentari che si sono impegnati perché finalmente siamo riusciti a portare a compimento il testo di una legge che riconosce il principio della solidarietà sociale dello Stato, perché questi eventi di crolli di infrastrutture di rilievo nazionale offendono tutto lo Stato, non solo chi ne è vittima. In un Paese come il nostro bisogna rimarcare che uno Stato esiste, se è vicino ai suoi cittadini nel momento del bisogno".
Rixi a margine aveva ricordato che il Morandi era "un viadotto che doveva essere demolito molto tempo fa, nel 2018 era ancora in esercizio con un elevato stato di decadimento. Questo vuol dire che non solo vanno ricordate queste vittime, ma bisogna procedere con tutta una serie di riforme, alcune già fatte: dopo il 2018 - ha aggiunto - sono entrate tutte una serie di norme che rendono più stringenti i controlli e gli obblighi dei concessionari, ma va rivisto un intero sistema creando un rapporto equilibrato tra pedaggio autostradale e rinnovamento della rete nel tempo. Oggi la nostra rete è per il 54% anteriore agli anni ’70, dovrà nei prossimi 10-20 anni essere in buona parte rinnovata, sforzo enorme per il Paese e condivisione di obiettivi".
Tornando alla proposta di legge, il viceministro ha aggiunto che "oggi abbiamo cercato di chiudere finalmente la proposta di legge per avere un giusto riconoscimento alle vittime di una tragedia come questa che deve andare oltre il dibattimento processuale, in questo Paese sempre troppi lungo, che vedrà poi i vari giudizi. A noi interessa che il Paese si prenda cura di chi subisce una situazione come questa dovuta al decadimento, al crollo totale e parziale, di un’opera stradale o autostradale di interessa nazionale. Lo Stato ha un dovere nei confronti dei cittadini di garantire la sicurezza e di occuparsi di loro in caso di tragedie come queste. Credo che oggi aver chiuso questo testo di legge sia importante: vedremo a settembre se proseguire con un iter parlamentare di per sé lungo o procedere rapidamente con un decreto del governo per rendere immediata questa proposta entro la fine dell’anno".
"Voglio dare un messaggio di ricordo, ma anche di speranza e determinazione - ha infine aggiunto Rixi -. Non si vuole cancellare questa memoria, chi lo fa cancella la sua identità e la sua storia anche se è una memoria dolorosa. Io ringrazio i familiari delle vittime perché si sono battuti per tutti e per il futuro. Chiunque governi questo Paese deve ricordarsi che lo fa per i nostri figli. Abbiamo bisogno di una giustizia giusta ma di una giustizia rapida per dimostrare che l'Italia è un Paese che sa rialzarsi".