AGI - Un enorme boato, a cui è seguita una forte onda di acqua, si è registrato oggi pomeriggio nell'Arsenale della Marina Militare di Taranto a causa dell'improvviso cedimento della barca-porta del bacino Ferrati. Non ci sono feriti, nè si segnalano altre conseguenze, ma il boato è stato nettamente avvertito in tutta la zona urbana a ridosso dell'Arsenale provocando anche qualche preoccupazione. La barca porta è una grande paratia mobile che viene aperta e chiusa per la regolazione del bacino al cui interno sono ospitate le navi della Marina durante i lavori, attività nel quale è specializzato l'Arsenale di Taranto.
La barca-porta del Ferrati è collassata all'interno dello stesso bacino perché vecchia, tant'è che pare che la Marina avesse in programma la sua sostituzione dopo averlo già fatto col bacino Brin, per il quale una seconda barca porta è stata varata da SGM nell'area ex Cantieri Navali di Taranto lo scorso 29 luglio. Una prima barca porta per lo stesso bacino Brin (lungo circa 200 metri) è stata invece varata lo scorso dicembre. Al Brin se ne monteranno due per avere cosi' la possibilità di segmentare la struttura e ospitare al suo interno due navi. Nello stesso bacino, infine, si stanno completando i lavori di riallestimento e ristrutturazione costati circa 10 milioni.
Nelle immagini girate dopo il crollo della barca- porta del bacino Ferrati, si vede l'area a terra in Arsenale, attigua al bacino, completamente allagata, con pezzi di legno e di ferro che sono volati in aria a seguito dell'onda d'urto provocata dalla paratia che si è abbattuta con violenza sull'acqua. La barca- porta ha infatti un peso di diverse decine di tonnellate. E il Ferrati è uno dei bacini più grandi d'Europa. Può ospitare navi grandi come la Cavour. È lungo 243 metri, largo 35, è stato costruito nel 1916.
"In mare - dichiara Luciano Manna di Veraleaks, che ha diffuso anche un video - è finito di tutto, probabilmente residui dei lavori che erano stati effettuati nella nave che pochi giorni fa occupava il bacino. Nel primo seno del Mar Piccolo si è sono riversati fanghi, polveri, legni, serbatoi, carpenterie e quanto era servito ai lavori nel bacino, compreso ciò che è stato travolto sulle stesse banchine a causa dell'eccessiva portata d'acqua. Un altro duro colpo dal punto di vista ambientale inferto al delicatissimo ecosistema marino del Mar Piccolo dall'Arsenale della Marina Militare", conclude Manna.
Cgil, sfiorata tragedia
“Proprio ieri la Funzione Pubblica Cgil ha denunciato il continuo impoverimento occupazionale, di esperienze e competenze dell’Arsenale di Taranto e oggi quella denuncia sembra essere avallata dal collasso di alcune infrastrutture storiche. E’ il segno di un declino che non possiamo accettare”. Lo dichiara il segretario della Cgil, Giovanni D’Arcangelo, a proposito del crollo della barcaporta del bacino navale Ferrati nell’Arsenale di Taranto della Marina Militare.
“C’è stato tanto spavento, ma solo il destino ha evitato che tutto si trasformasse in una strage - commenta Pietro Avellino, coordinare Difesa della Fp Cgil - perché se in quel bacino oggi ci fossero stati operai a lavorare su una carena di nave, commenteremmo non solo la perdita di valore dell’Arsenale di Taranto e il suo graduale impoverimento, ma anche una tragedia umana”.
“Quelle pareti in calcestruzzo dei bacini fissi dell’Arsenale di Taranto, hanno visto passare manutenzioni e riparazioni di scafi importanti compresa la portaerei Cavour - afferma Grazia Albano della Fp Cgil - ed essere testimoni di questo tracollo anche ‘fisico’ di un pezzo di storia del nostro territorio, fa troppo male alla città, ma anche a tutti i lavoratori che nel tempo avevano creduto a un’ipotesi di rilancio dell’infrastruttura militare e del suo potenziale industriale”.