AGI - Filippo Turetta ha raccontato al pm di avere scritto una "specie di lettera" in vista di un possibile suicidio nel quale ammetteva di avere ucciso Giulia Cecchettin e dava indicazioni su dove trovare il suo corpo.
"Quando sono stato fermato dalla polizia tedesca - dice, riferendosi al momento in cui la sua fuga col cadavere della ragazza sulla Punto nera si ferma a Lipsia, il 19 novembre 2023 - in auto c'erano delle coperte, una borsa con una scatola con qualcosa da mangiare, dei dolcetti, una bottiglia di sambuca, i regali per Giulia, due zaini. Poi c'erano dei fogli di carta ovvero una specie di lettera, che avevo scritto prima di tentare di suicidarmi a Berlino. Nella lettera ho scritto che ero colpevole, ho detto dove si trovava il corpo, il luogo, ho scritto ai miei genitori. In auto potrebbero esserci anche un sacchetto che ho usato per provare a suicidarmi, il coltello e le sigarette: ho pensato che se avessi fumato e bevuto sambuca, sarebbe stato più facile suicidarmi".
Nell'interrogatorio del primo dicembre scorso davanti al pm, Filippo Turetta parla anche dei suoi rapporti con Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, l'ex fidanzata uccisa con 75 coltellate la sera dell'11 novembre 2023 a Vigonovo. "Non avevamo molto rapporto - mette a verbale -. Lei era una persona un po' difficile, poi lo sentivo che fin dall'inizio che non le ero mai piaciuto".
"C'era un motivo particolare?" domanda il magistrato veneziano Andrea Petroni. "Uhm non lo so, penso un po' perché lei magari era molto protettiva nei confronti di sua sorella, quindi bastava anche solo una litigata che facessimo per farmi, tra virgolette, non vedere bene da lei. Poi soprattutto, non so ma immagino, da quando ci eravamo messi assieme praticamente lei era sempre con me, non stava più a casa, tutti i rapporti che aveva prima aveva iniziato a vederle sempre meno le persone o a frequentarle sempre meno perché vedeva sempre me, stavamo sempre insieme io e lei e quindi magari le dava fastidio, che avesse perso anche il rapporto con sua sorella".
"La sorella a lei direttamente ha detto mai qualcosa?" insiste il pm. "No, io non ho parlato quasi mai con sua sorella in qualche occasione forse ma proprio soli mai, magari parlavamo in generale, pero' queste cose no. Anche quando andavo a casa sua, magari, che lei c'era qualche volta, con me non parlava, non avevamo rapporto".
Al termine del lungo interrogatorio nel carcere di Verona del primo dicembre 2023, l'avvocato Giovanni Caruso ha voluto mettere a verbale di avere spiegato al suo assistito Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin, che "la riparazione, il perdono, la richiesta di perdono sono cose serie, ammesso che il perdono possa mai essere concesso, e che oggi abbiamo semplicemente affrontato questioni tecniche, che la giustizia riparativa è una cosa seria, quindi dicendo: mi assumo la responsabilità che non ci siano speculazioni sul fatto che oggi Filippo non dica nulla in proposito".