AGI - Sviluppare un approccio per modulare le oscillazioni alfa del cervello e interferire con le dinamiche associate alle prime fasi del sonno. A questo obiettivo è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Plos Biology, condotto dagli scienziati dell'Università di Surrey e dell'Imperial College di Londra. Il team, guidato da Henry Hebron, ha coinvolto un totale di 91 partecipanti che sono stati divisi in cinque gruppi di sperimentazione.
Le oscillazioni alfa, spiegano gli esperti, sono caratteristiche elettrofisiologiche del cervello umano legate a processi fondamentali tra cui la memoria e la percezione. Queste onde possono risultare notevolmente alterate in caso di disturbi cerebrali. Il gruppo di ricerca propone un approccio di stimolazione uditiva a circuito chiuso che permette la modulazione selettiva delle oscillazioni alfa in modo fase-dipendente e spazialmente specifico.
"Lo sviluppo di strumenti poco invasivi per modulare queste onde cerebrali - scrivono gli autori - è fondamentale per una serie di interventi mirati. Il nostro metodo si basa sulla stimolazione uditiva a circuito cerebrale Alpha (CLAS) e l'uso di elettroencefalogramma per analizzare e modulare i ritmi cerebrali". I 91 partecipanti sono stati sottoposti a sessioni di 30 secondi di suoni ripetuti, intervallati da dieci secondi di silenzio. Durante gli esperimenti, ai volontari è stato chiesto di restare seduti con gli occhi chiusi. Stando a quanto emerge dall'indagine, l'approccio può influenzare la potenza, la frequenza e la connettività delle onde in modo dipendente dalla fase.
"Nei primi due esperimenti - riportano gli esperti - abbiamo dimostrato che CLAS può indurre modulazioni dipendenti dalla fase dell'attività alfa in modo spazialmente specifico. Il terzo e il quarto gruppo hanno permesso di capire che l'effetto risultante dipende dall'ampiezza dell'oscillazione e che i suoni emessi in fase possono influenzare la traiettoria delle onde alfa. L'ultima sessione ha rivelato che CLAS può effettivamente modulare la transizione al sonno".
"Saranno necessari ulteriori approfondimenti - concludono gli scienziati - per convalidare il nostro approccio e individuare le frequenze specifiche necessarie a modulare l'andamento e l'oscillazione delle onde".