AGI - In Italia c’è il rischio di tempeste perfette. L’istituto bolognese di Scienze dell’atmosfera e del clima, filiale del Centro nazionale delle ricerche, tiene alta la guardia: “Nel Paese non esistono zone esenti dal rischio fulmini. Il Mar Mediterraneo – spiega il ricercatore Sante Laviola - è immerso in un hotspot climatico (bacino chiuso tra il clima temperato europeo e quello desertico del Nord Africa, ndr) e tutto quello che avviene in atmosfera è accelerato”. L’estate umida e rovente preannunciata dagli esperti potrebbe essere la condizione ideale per scatenare fulmini bollenti da 30 mila gradi centigradi. E in più, il tutto metterebbe in tensione una catena atmosferica dagli effetti davvero infernali: più caldo porta a fenomeni temporaleschi e maggiore umidità significa avere un eguale rischio di forti grandinate. Ecco la tempesta perfetta.
Esattamente quello che è successo nelle passate settimane quando, con la primavera agli sgoccioli, in pochi minuti da Nord a Sud dello Stivale le strade di diverse città si sono ricoperte di un insolito manto bianco. Finora i dati a disposizione non sarebbero rassicuranti. Sull’alta temperatura dell’acqua del mare, a dicembre scorso il Cnr aveva già avvertito: “Il Mediterraneo ha subito l'ondata di calore più lunga mai registrata negli ultimi 40 anni, con un aumento fino a 4 gradi centigradi delle temperature e picchi superiori a 23 gradi”. Per quanto riguarda le grandinate, invece, il fenomeno non accenna per niente a rallentare. Anzi: “Dai dodici mesi precedenti – spiega l’esperto dell’Isac, che è anche docente di Meteorologia satellitare all’Università di Istanbul, in Turchia - essendo più presenti i temporali a carattere grandinigeno, il numero dei fulmini è molto alto e le grandinate sono aumentate del 30%”.
Le sfere di ghiaccio non fanno solo danni, sembra che abbiano anche segreti da svelare. “Noi la grandine la studiamo – continua Laviola - Come avviene con le ‘carote polari’, attraverso il chicco di ghiaccio caduto dal cielo cerchiamo di capire cosa sta succedendo in atmosfera. Il cittadino che ha assistito all’evento atmosferico può portare i frammenti precipitati al Cnr o segnalare l’evento al sito internet”.
Gli scienziati controllano gli umori del clima sia dallo spazio, attraverso i satelliti in orbita, sia mediante la rete dei cosiddetti sensori di fulminazione sparsi sul territorio e gestiti dall’Aeronautica militare, la Lampinet. Qualche numero sulla frequenza dei lampi, però, arriva da Oltralpe. Secondo l’osservatorio francese Météorage, in Italia dall’inizio dell’anno sono stati registrati 1.232.825 fulmini, formatisi all’interno di una nuvola, da nuvola a nuvola o da questa al suolo. “E nel 2023 – precisa il professore – sono stati 5,5 milioni”.
Intanto, di saette si continua a morire, come a maggio nel Barese: vittima un ragazzo di 17 anni colpito nelle campagne di Santeramo in Colle. “Cosa fare per evitare di essere folgorati? I fulmini – prosegue Laviola – possono cadere anche su un terreno piatto, ma maggiormente dove ci sono strutture puntiformi, a sviluppo verticale: gli alberi oppure l’ombrellone che si pianta al mare. E se si è in acqua – consiglia – è meglio uscire subito”.