AGI - Un pomeriggio di festa, gioia, musica, colori. Lo Stadio Olimpico di Roma è stato il teatro della prima Giornata Mondiale dei Bambini, voluta fortemente da Papa Francesco. In oltre 50 mila sono arrivati da tutto il mondo, da 101 Nazioni. Migliaia di magliette diverse hanno colorato gli spalti da dove sventolavano le diverse bandiere. Un unico obiettivo: chiedere la pace. "La pace è sempre possibile", afferma Papa Francesco che come un nonno affettuoso distribuisce caramelle ai piccoli "fan" e mostra il primo gesto di pace: una stretta di mano.
"Voi potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con queste inquietudini", sottolinea poi ai bambini che da tutti i Continenti gli hanno posto domande sul perché esiste la guerra, sul come si possa essere fratelli tutti. "So che siete tristi per le guerre", "oggi ho ricevuto bambini fuggiti dall'Ucraina che avevano tanto dolore per le guerre e alcuni di loro erano feriti", "so che siete addolorati perché tanti vostri coetanei non possono andare a scuola", "ci sono realtà che anche io porto nel cuore e prego per loro", risponde Francesco che invita i bambini a pregare per i loro coetanei, quelli che "sono in guerra", quelli "che non hanno da mangiare", quelli "che non possono andare a scuola", quelli "ammalati e nessuno li cura".
Il miracolo che Francesco vorrebbe
Il Pontefice li esorta a continuare ad avere gioia "salute per l'anima" e a continuare "a dialogare, a porci domande e cercare insieme le risposte". Una bambina proveniente dall'Indonesia gli chiede quale miracolo vorrebbe. "È facile. Che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, per mangiare, per giocare, per andare a scuola. Questo è il miracolo che a me piacerebbe fare. Il miracolo che tutti i bambini siano felici". Ci sono bambini dalla Palestina, dall'Ucraina, da Gaza e il Papa esprime la sua sofferenza: "Questa è una ingiustizia. Purtroppo c’è tanta gente che non ha lavoro, non ha casa, abita nelle tende, tante volte non ha da mangiare", "è il frutto della malizia, è il frutto dell'egoismo della guerra". "Tanti paesi spendono soldi per comprare armi e per distruggere e c’è gente che non ha da mangiare", aggiunge.
All'evento all'Olimpico gli interventi del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, accompagnato dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma. Una piccola partita di calcio è stata giocata e il Papa ha dato il "calcio d'inizio". A cantare davanti al Pontefice, tra gli altri, non solo Al Bano e Renato Zero ("lei sa cos'è la tremarella? Ce l'ho io davanti a lei") anche i vincitori di The Voice Kids, l'11enne Simone Grande e la dodicenne Melissa Agliottone, l'11enne Matteo Roncoloni che ha suonato con la sua tromba il tema musicale del film "La vita è bella" e la performance di Molecole show (una ballerina ha danzato sospesa nel cielo sollevata da innumerevoli palloncini colorati). Poi un piccolo fuoriprogramma, da un gruppo di ragazzi provenienti da Gaza, accompagnati da padre Faltas, una bambina musulmana cieca, che frequenta una scuola francescana per ragazzi non vedenti, ha cantato in arabo e in italiano per la pace.
E poi Lino Banfi, amico di Francesco ("siamo entrambi nati nel 1936, siamo due 'reghezzi'...") e Matteo Garrone con i protagonisti del suo film "Io Capitano". Domani i bambini incontreranno di nuovo il Papa. L'appuntamento è in piazza San Pietro, dove dopo l'Angelus è previsto un monologo di Roberto Benigni. "Andate a trovare i nonni e siate gioiosi per questa giornata", li ha salutati il Pontefice ringraziando gli organizzatori (padre Enzo Fortunato, coordinatore, Aldo Cagnoli, vice coordinatore, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, Angelo Chiorazzo, presidente della cooperativa Auxilium). I fuochi d'artificio a più colori, da una curva a bordo campo, hanno accompagnato infine l'uscita di un sorridente Bergoglio dallo stadio.