AGI - Non è vero che gli anziani "rubano" i posto alle giovani generazioni. Al contrario: rappresentano un'opportunità perché il futuro lo si costruisce nell'unita' intergenerazionale. Lo sottolinea Papa Francesco nel messaggio per la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. "L'accusa rivolta ai vecchi di rubare il futuro ai giovani è molto presente oggi ovunque. Essa si riscontra, sotto altre forme, anche nelle società più avanzate e moderne", dice il Papa. Ad esempio "si è ormai diffusa la convinzione che gli anziani fanno pesare sui giovani il costo dell'assistenza di cui hanno bisogno, e in questo modo sottraggono risorse allo sviluppo del Paese e dunque ai giovani. Si tratta di una percezione distorta della realtà". È "come se la sopravvivenza degli anziani mettesse a rischio quella dei giovani. Come se per favorire i giovani fosse necessario trascurare gli anziani o addirittura sopprimerli. La contrapposizione tra le generazioni è un inganno ed è un frutto avvelenato della cultura dello scontro".
"Mettere i giovani contro gli anziani è una manipolazione inaccettabile: è in gioco l'unita' delle eta' della vita: ossia, il reale punto di riferimento per la comprensione e l'apprezzamento della vita umana nella sua interezza"
"Ciò avviene quando si smarrisce il valore di ciascuno e le persone diventano solo un costo, in alcuni casi troppo elevato da pagare", prosegue Bergoglio, "Ciò che è peggio è che, spesso, gli anziani stessi finiscono per essere succubi di questa mentalità e giungono a considerarsi come un peso, desiderando essi stessi per primi di farsi da parte". D'altro canto,"oggi sono molte le donne e gli uomini che cercano la propria realizzazione personale in un'esistenza il più possibile autonoma e slegata dagli altri. Le appartenenze comuni sono in crisi e si affermano le individualità; il passaggio dal 'noi' all''io' appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi".
In questo contesto la famiglia, che è "la prima e più radicale contestazione dell'idea che ci si possa salvare da soli, e una delle vittime di questa cultura individualista. Quando si invecchia, però, a mano a mano che le forze declinano, il miraggio dell'individualismo, l'illusione di non aver bisogno di nessuno e di poter vivere senza legami si rivela per quello che e; ci si trova invece ad aver bisogno di tutto, ma oramai soli, senza più aiuto, senza qualcuno su cui poter fare affidamento". "È una triste scoperta che molti fanno quando è troppo tardi", conclude il Papa, "La solitudine e lo scarto sono diventati elementi ricorrenti nel contesto in cui siamo immersi. Essi hanno radici molteplici: in alcuni casi sono il frutto di una esclusione programmata, una sorte di triste "congiura sociale"; in altri casi si tratta purtroppo di una decisione propria. Altre volte ancora si subiscono fingendo che si tratti di una scelta autonoma. Sempre di più abbiamo perso il gusto della fraternità e facciamo fatica anche solo a immaginare qualcosa di differente".