AGI - Il convegno su Israele previsto in Statale a Milano per il prossimo 7 maggio e annullato per questioni di sicurezza e' stato riprogrammato a giugno. Lo fa sapere Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano. "Purtroppo - spiega - dallo scorso 7 ottobre viviamo come ebrei un periodo molto difficile. Siamo attaccati su tutti i fronti sia a livello mediatico che politico, oltre che sulle strade della nostra citta' (vedi ultimo episodio il 25 aprile). A differenza della controparte propal a cui tutto sembra essere concesso, nonostante i metodi che niente hanno di democratico e pluralista. Quella volta che ci si presenta la possibilita' di poter esprimere le nostre ragioni, spesso ci viene vietata da militanti propal. E quando riusciamo a esprimerci lo dobbiamo fare in circostanze che richiedono una forte presenza delle forze dell'ordine. L'ultimo esempio è di questi giorni quando abbiamo dovuto posticipare un nostro convegno organizzato alla Statale per martedì 7 maggio. Questo però - precisa - non ci ha scoraggiato dal riproporlo con lo stesso palinsesto a giugno, garantendo altresì la partecipazione dello stesso pannello di oratori e nella speranza che sia un momento piu' sereno e con meno intolleranza. A questo proposito - conclude - vogliamo porgere i nostri piu' sentiti ringraziamenti agli organizzatori e al Prefetto Claudio Sgaraglia e al Questore Giuseppe Petronzi".
"Sembra di essere tornati molto indietro nel tempo - è il commento della presidente dell'associazione Italia Israele di Savona, Cristina Franco, che aveva organizzato l'incontro insieme all'associazione milanese Pro Israele di Alessandro Litta Modignani -. Quando mi si dice che sembra di essere nel '68 io dico che sembra invece di vivere nel '38 perchè è questo il clima che si respira, ma non dobbiamo assolutamente chiuderci nel nostro guscio. Dobbiamo stare sul campo perche' non possiamo accettare il ricatto della violenza e della prepotenza".
Per la presidente Franco, "accettarlo oggi vuol dire accettarlo per sempre e noi non siamo disposti a tollerarlo", ha osservato. "Rinunciamo al convegno del 7 maggio, ma non rinunciamo a proporlo nuovamente appena le condizioni ce lo renderanno possibile. Nel momento in cui mi si prospettano problemi di pericolo pubblico con 100 persone e 12 relatori non posso agire diversamente". In riferimento ad alcuni esponenti del movimento "cambiare rotta", che hanno definito l'annullamento del convegno una "vittoria", la presidente dell'associazione aggiunge: "per loro e' una vittoria, ma in verita' e' una grandissima sconfitta perche' vuol dire che i presunti ideali che portano avanti in realta' sono falsi, perche' se fossero veri darebbero dare liberta' di parola". "Parlano di discriminazione quando in realta' sono i loro i primi a praticarla. Sono i burattini di qualcuno?" conclude.
Il convegno su Israele che doveva tenersi il 7 maggio "è stato annullato perchè non potevamo fare diversamente - spiega lo stesso Litta Modignani -, ma siamo fortemente intenzionati a ribadire questo convegno non appena le condizioni di sicurezza ci saranno garantite sia dall'Universita' Statale di Milano che dalla Questura di Milano. Nelle settimane scorse questo evento aveva gia' subito diverse modifiche. In teoria doveva durare tutto un giorno, poi era stato ridotto a meta' giornata, doveva essere in via Festa del Perdono poi e' stato spostato in via Sant'Antonio e alla fine, quando ci hanno proposto di tenerlo solamente online, ci siamo rifiutati" perche' "sarebbe stato evidentemente uno smacco" e una "rinuncia intollerabile. A quel punto - continua - con un crescendo di allarmi fino alla mattina di ieri in cui l'universita' ci ha comunicato che il nostro convegno era classificato come ad altissimo rischio abbiamo esercitato il nostro senso di responsabilita'" e con "molta amarezza abbiamo dovuto rinunciare".
Per Alessandro Litta Modignani "si sta creando un clima molto brutto e pericoloso perche' si sta creando un clima potenzialmente violento di intolleranza che poi sfocia nella prevaricazione e nella violenza", ha sottolineato. "Naturalmente speriamo che questo non accada, ma gli episodi che abbiamo visto nel corso di questi mesi si collegano creando cosi' un clima di possibile ritorno alla alla violenza politica". Ed "e' una cosa di cui tutti e non solo ebrei dovrebbero preoccuparsi".