AGI - La Giunta regionale della Sardegna, presieduta da Alessandra Todde, ha approvato un disegno di legge che prevede una moratoria di 18 mesi sugli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono esclusi gli interventi per le comunità energetiche e gli impianti fotovoltaici sui tetti. Nel frattempo la Regione conta che si arrivi all’approvazione della mappa delle aree idonee. Il ddl, ribattezzato ‘Salva Sardegna’, rischia di essere impugnato dal governo, una volta che sarà approvato dal Consiglio regionale.
Cosa prevede la misura
Il disegno di legge detta una disciplina transitoria, per massimo 18 mesi, per garantire la tutela e la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali, ancorata all’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee prevista dall’articolo 20, comma 4 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, e al successivo adeguamento del Piano paesaggistico regionale. “L’urgenza del presente disegno di legge risiede proprio nella inderogabile necessità, per la Regione Sardegna, di poter programmare l’utilizzo e il consumo del suolo”, si legge nella relazione del ddl, “al fine di scongiurare l’irreversibilità dei potenziali danni derivanti dall’installazione, costruzione, realizzazione o avviamento di nuovi ovvero ulteriori impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”. Il testo di quattro articoli non incide sulle richieste di autorizzazione ma sancisce il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili “soggetti a concessione o autorizzazione non ancora concessi o autorizzati, sia nel caso in cui, al momento dell’approvazione del disegno di legge, siano ancora in corso le procedure autorizzative o di concessione”. Sono fatti salvi gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili finalizzati all’autoconsumo.
Il ddl prevede, inoltre, che la Giunta regionale adotti l’aggiornamento al Piano Paesaggistico Regionale (Ppr) entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della sua approvazione e la impegna ad adottare “tutte le iniziative previste dalla normativa vigente per garantire e favorire la celere approvazione dei decreti del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica di cui all’articolo 20, comma 1, del decreto legislativo n. 199 del 2021 e della conseguente legge regionale sulle aree idonee ai sensi del comma 4 del medesimo decreto legislativo”. Sempre entro 18 mesi dovrà essere aggiornato il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (Pears).
La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, risponde all'AGI sullo stop ai nuovi impianti di produzione da fonti d’energia rinnovabile in Sardegna (video di Roberta Secci)
Todde: "Non è una moratoria"
"Non è una moratoria. In questo momento ci sono un far west e un vuoto normativo. Ci siamo semplicemente presi del tempo per dire che dobbiamo mettere a punto delle regole e negoziare con lo Stato". La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, spiega così, in un punto stampa, la delibera approvata oggi in Giunta sullo stop alla realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nell'isola. "Noi abbiamo semplicemente detto che, in assenza di regole, perché manca la mappa delle aree idonee, manca la revisione e l'armonizzazione del piano paesaggistico con le aree interne, è necessario discutere di queste regole e non lo vogliamo fare in assenza di un contesto che possa dire a chi deve fare gli impianti come li deve fare. Quindi abbiamo chiesto una sospensiva di 18 mesi, non tanto sulle autorizzazioni quanto sulla messa in opera degli impianti, perché quello che sta succedendo è una modifica irreversibile".
Todde spera che bastino 6 mesi per fare chiarezza. Ne sono stati indicati 18 a scopo "cautelativo"
"Non c'è nessun intento punitivo nei confronti della transizione ecologica che - ricordo - deve avvenire. Noi abbiamo ancora due centrali a carbone che devono essere dismesse", ha sottolineato Todde, con riferimento alle centrali 'Deledda' dell'Enel a Portovesme (Sud Sardegna) e a quella di Fiumensanto (Sassari). "La questione è che noi dobbiamo decidere del nostro territorio, dove fare gli impianti, dove dislocarli e come questi impianti devono essere utili rispetto al Piano energetico regionale. Noi abbiamo un consumo di 1,5 gigawatt annui; il Tyrrhenian Link ne trasporta 3 e noi abbiamo richieste per più di 58 gigawatt, quindi il tema è veramente preoccupante. Si tratta di un'occupazione fuori misura. Quindi, noi vogliamo ovviamente rispettare le norme europee, vogliamo metterci nel contesto in cui questi impianti devono servire all'industria e ai cittadini". ( "Abbiamo detto che vogliamo riportare quello che è scritto in Costituzione, che il paesaggio è bene e un valore che non è negoziabile", ha argomentato Todde. "Mi sembra che invece sia stato molto negoziato ultimamente; vogliamo riportare ordine su un vuoto di cui molti hanno approfittato, alcuni legittimamente altri illegittimamente". "Noi abbiamo ereditato una situazione di inerzia perché questa situazione di speculazione non è stata creata in un mese e non è stata creata negli ultimi tre mesi di campagna elettorale", ha evidenziato la presidente della Regione, "ma è stata creata negli ultimi 3-4 anni, in cui oggettivamente la voce della Regione non si è mai sentita così come anche la voce di molti di quelli che oggi si mettono in prima fila per urlare la speculazione".