AGI - Foto, video, espressioni di stupore davanti alla nave veloce Isola di Procida della Caremar, ancora attraccata al molo Beverello, lo stesso dove scarrocciando durante la manovra di ormeggio per cause ancora da chiarire ha sbattuto contro la banchina. Tra i passeggeri in arrivo dalle isole del Golfo di Napoli e quelli in partenza si sentono commenti sui segni lasciati dall'urto sulla parte bassa della carena e sul fato avverso magari favorito dal forte vento freddo che spazza il mare e la città da ieri.
"Sono cose che capitano ai vivi", filosofeggia un pendolare sulla sessantina, procedendo in fila verso un aliscafo in partenza. Turisti e residenti osservano le operazioni della Capitaneria di porto cui sono affidate le prime indagini per ricostruire la dinamica dei fatti e chiedono informazioni sui feriti.
I passeggeri della nave che hanno riportato ferite e contusioni sono scesi quasi tutti affiancati da personale del 118 della Asl Napoli 1 Centro. Gli operatori sanitari hanno effettuano i controlli preliminari a bordo, per definire i codici di soccorso. Dopo circa tre ore, restano solo gli uomini della Guardia costiera che devono verificare se l'incidente sia stato determinato da un problema meccanico, complice una raffica di vento, o se ci sono responsabilità umane.
Quello che è certo è che i 100 passeggeri a bordo se la sono vista "nera, è stata nera", come sintetizza una signora che ha contusioni lievi al volto e che si fa visitare in piedi, nonostante lo spavento. "Una botta forte, sono caduta a terra come molti, ma complessivamente sto bene", racconta un altro dei passeggeri, un turista lombardo. La maggior parte delle persone trasportate infatti era già pronta a lasciare la nave, in piedi, incolonnata vicino le scalette che portano al portellone di uscita o nel salone centrale, e sono caduti a terra per l'urto.
Qualcuno ha riportato fratture agli arti, un uomo di circa 50 anni è in codice rosso ma non in pericolo di vita, un altro un trauma cranico lieve, molti hanno politraumi o traumi maxillofacciali. Tra loro turisti, uomini delle forze dell'ordine impegnati nella sicurezza dei ministri degli Esteri del G7 a Capri che ritornavano a casa dopo un turno, e pendolari, "ma nessun minore", precisa il direttore generale dell'Asl Ciro Verdoliva, evidenziando che per alcuni feriti che si sono presentati "con mezzi propri" al pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini si stanno anche facendo verifiche sulla loro "effettiva presenza a bordo". "Stiamo acquisendo dati e informazioni e attivando le attività per individuare cause, circostanze ed eventuali responsabilità dell'accaduto. Ogni incidente ha una caratteristica propria, si dovranno verificare il buon funzionamento dei mezzi meccanici, dei motori e anche degli organi di governo, del timone e la stessa correttezza della manovra", spiega l'ammiraglio ispettore Pietro Giuseppe Vella, a capo della Direzione marittima della Campania.
Un ultimo passeggero va via zoppicante, dopo essere stato visitato nel Posto Medico Avanzato dal quale il coordinatore dei soccorsi ha smistato grazie a una decina di ambulanze e una moto medica i pazienti verso diversi ospedali cittadini selezionati per competenze. Verdoliva chiede ai medici: "È l'ultimo?". "Sì, abbiamo finito", la risposta. Si rifanno i conti di chi è arrivato in ospedale e soprattutto con esami anche diagnostici si ricontrollano le classificazioni. A fine pomeriggio nessun codice rosso, 44 feriti in totale divisi tra italiani e americani, il più anziano 69 anni, il più giovane 2 anni. In 35 medicati e dimessi alle 16.55, solo 9 restano in osservazione nei reparti. Spalle lussate, ginocchia contuse, politraumi, volti tumefatti, braccia e gambe rotte, tanta paura ma nessuna vittima.