AGI - Numeri "impressionanti", davanti ai quali "dobbiamo intervenire". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, affrontando il tema della violenza di genere. "Nel 2022 - ha spiegato in una conferenza stampa a via Arenula - ci sono state in primo grado 3.443 condanne per maltrattamenti in famiglia, 2.281 per atti persecutori, 973 per violenza sessuale". Il Guardasigilli, presentando due iniziative che il ministero ha messo a punto sul tema - una raccolta organica della normativa anche sovranazionale e un opuscolo informativo - ha sottolineato che "abbiamo un arsenale repressivo molto severo, ma l'efficacia intimidatoria della pena non è un deterrente fondamentale: si tratta di un reato che si fonda sulla mancanza di educazione, di cultura, di rispetto della persona, è su questi punti che dobbiamo intervenire con la prevenzione". La raccolta di norme e l'opuscolo, a parere del ministro, rappresentano "un lavoro unico e un'occasione storica, a dimostrazione che il Governo, a cominciare dalla presidente Meloni, si è sempre mostrato molto sensibile a questo tema".
La raccolta organica delle norme
La raccolta, "integrale e integrata", delle norme è stata curata dall'Osservatorio sulla violenza di genere istituito al ministero nel 2022, presieduto dal capo dell'Ispettorato Maria Rosaria Covelli: un lavoro rivolto a tecnici e operatori, anche basato sui risultati emersi da questionari inviati alle procure. "Hanno risposto tutte le 140 procure della Repubblica - ha spiegato Covelli - ed è emerso un panorama variegato. L'obiettivo è far emergere quali sono le problematiche e quali le buone prassi". E' stata quindi ricondotta a sistema una "mole di norme", con il "richiamo alla trama costituzionale", 'in primis' al "principio di uguaglianza", ha aggiunto Covelli, da cui "emerge una storia che cammina. E' un testo che sarà costantemente aggiornato".
L'opuscolo, dal titolo "La violenza mai", da diffondere il più possibile nei luoghi pubblici
L'opuscolo, che indica a donne e uomini i segnali più comuni ed evidenti che riguardano situazioni di violenza, "è diretto agli adulti" e "contiene immagini che parlano da sole. Intendiamo stamparne centinaia di migliaia di copie. Se possibile, lo faremo stampare nelle carceri dai detenuti", ha sottolineato il Guardasigilli, osservando che "vengono messi in luce i segnali di allarme, sintomatici di una componente aggressiva: una serie di considerazioni sia nel contenuto che nella grafica su quali sono le cose che non si possono fare, che non vogliamo si facciano. Una parte è anche dedicata agli uomini, che spesso sottovalutano la gravità dei comportamenti e della sanzione".