AGI - “Intelligenza artificiale, informazione e campagne elettorali. Tra pericoli e opportunità, che fare?” È il titolo del convegno che si è svolto al Dipartimento di Informatica a La Sapienza che ha provato a dare una risposta a questo dubbio. Ad alternarsi in cattedra guidati dal Prof. Walter Quattrociocchi, professore ordinario di data science e direttore del Center for data science and complexity for society e da Antonio Palmieri della Fondazione Pensiero Solido, sono stati docenti, giornalisti, rappresentanti delle maggiori companies, esperti di campagne elettorali e linguisti. Presente al workshop anche il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella.
Il tema è “caldo” visto che nel 2024 è chiamata al voto il 49% della popolazione, e paesi importanti come la Russia, l’India, l’Unione Europea e gli Usa a novembre. Il 2024 è “l’election year” che potrebbe cambiare gli equilibri mondiali o forse no, però sicuramente il tema della circolazione delle informazioni e delle fake news legate alla propaganda restano un tema attenzionato.
In questo contesto si inserisce il discorso dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale entrato prepotentemente nel dibattito politico, spesso “senza averne capita la vera natura e con un approccio stocastico” ha detto la prorettrice della Bicocca di Milano, Gabriella Pasi che ha messo l’accento su come sul tema manchi “consapevolezza”.
“L’attenzione è concentrata sull’intelligenza generativa, ma l’algoritmo non ha intelligenza e non siamo in un momento di democratizzazione dell’AI. Le piattaforme sono ancora in mano alle companies. Dobbiamo informare le persone sulle potenzialità e i limiti”.
Per il prof. Quattrociocchi è invece importante porre l’attenzione sul fatto che in una sovrabbondanza di informazioni disponibili si guarda al contenuto e non alla fonte. “L’informazione sui social circola per intrattenere e non per informare, ma ancora non si è capito se le piattaforme abbiano un ruolo nella polarizzazione delle opinioni” ha spiegato.
Google, Microsoft, Meta
Cybersecurity, contenuti e dialogo pubblico privato sono i tre punti messi in risalto da Francesca Bitonto, responsabile dei Rapporti Istituzionali di Microsoft come la società stia “cercando di rispondere a queste sfide in una logica di coordinamento. Provenance è stato uno dei primi programmi messi a punto per tracciare l’origine di un contenuto. Watermark è un sigillo per proteggere un contenuto e tenere traccia del suo utilizzo”. Ma per mettere regole in un “mondo” ancora governato dal caos le grandi aziende dell’informatica si sono messe insieme per coordinare le risposte di fronte ai cambiamenti in corso. “Le grandi aziende globali si mettono insieme per difendere le elezioni dagli attacchi cyber e dalla disinformazione” ha detto Diego Ciulli voce di Google in Italia. “Il problema della disinformazione nasce con l’elezione di Trump e poi con i no vax. Noi mentre cancellavamo i video da youtube vedevamo le stesse persone ospiti nei talk show”. Come a dire che il problema non risiede esclusivamente nel web e sulle piattaforme.
“L’IA è alla base della nostra profilazione pubblicitaria da almeno dieci anni e il 2024 sarà il primo anno in cui i partiti protranno usare la profilazione solo per macro aree (es. uomo - donna)” e sull’AI ha posto l’accento sulla necessità “di mettere l’utente in condizioni di capire se si trova di fronte a un contenuto sintetico. Noi chiediamo di esplicitarlo al momento del caricamento dei contenuti”. “La sfida dei social è quella di garantire uno spazio di dibattito pubblico libero, proteggendolo dagli abusi. In Meta abbiamo 40mila persone che si occupano di sicurezza per un investimento di 20 miliardi di dollari dal 2016” ha detto Angelo Mazzetti di Meta. “Abbiamo la più grande libreria di pubblicità elettorali, solo negli Usa sono 15 milioni di contenuti caricati”.
La politica come si comporta?
“La politica segna il passo cavalcando le issue ma non le governa, da qui deriva l’atteggiamento pauroso verso quello che viene quasi considerato un essere seziente seminando paura e diffidenza. Questo in psicologia genera quella che viene chiamata una reattanza psicologica, fenomeno che si manifesta quando una persona sente minacciata la propria libertà di scelta” ha illustrato Alessandra Serra, docente di Linguistica all’Università della Tuscia. “La reputazione non si costruisce in un giorno” ha osservato Domenico Giordano, giornalista con alle spalle centinaia di campagne elettorali. “La narrativa reputazionale si attua attraverso una serie di repliche, un vocabolario” - ha spiegato - “ma la politica è sempre in ritardo, accetta i cambiamenti quando sono già avvenuti. Si è visto con lo sbarco dei politici su Tik Tok che hanno usato un linguaggio disallineato rispetto al mezzo che stavano utilizzando e non credo che vedremo l’utilizzo dell’AI nelle prossime campagne elettorali”.
Il caos delle Europee
A giugno, i 27 paesi della Ue saranno chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo. A porre l’attenzione sulla prossima scadenza è la Prof. Maria Cristina Marchetti, Ordinaria di Sociologia dei fenomeni politici a La Sapienza. “È una tornata elettorale difficile da spiegare a partire dal fatto che voteranno 27 paesi con 27 sistemi elettorali diversi”. E poi sono in corso le trattative dei partiti nazionali con i gruppi europei che a loro volta costituiranno un partito politico all’enclave di Bruxelles. Insomma, qui è la stessa informazione che rischia di fare confusione sottolinea la docente che richiama a tutte le volte che “si confonde il Consiglio europeo con il Consiglio dell’Unione Europea”.