AGI - Atto vandalico all'università La Sapienza di Roma. Un gruppo di 50 persone, appartenenti all'area degli Antagonisti, ha danneggiato la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all'università in piazza della Minerva. Il tutto è avvenuto nel corso della protesta contro l'evento 'Amami e basta', organizzato all'Ateneo. Sul posto la polizia. Gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati.
"Ci sarà tempo per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto. Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l'accaduto, ripristinare la panchina e rinsaldare l'alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell'individuo in quanto tale". Lo dichiara Antonella Polimeni, rettrice dell'università La Sapienza, dopo l'atto vandalico che ha distrutto la panchina rossa inaugurata stamani.
"Riteniamo che l'obiettivo di un grande ateneo come il nostro - aggiunge Polimeni in una nota - sia quello di mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di cercare alleanze e di costruire esempi. Stara' alla nostra comunità stabilire se l'esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca". Quindi, "in una giornata come oggi - afferma Polimeni - in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall'altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini".
'La Sapienza', conclude la nota, "ribadisce il proprio impegno a contrastare ogni forma di violenza di genere attraverso attività concrete, nell'ambito di un confronto che riconosce differenze di opinione e di pensiero, ma non cede alla logica o ai soprusi di chi ricerca scontri ideologici e occasioni di strumentalizzazione".