AGI - La Polizia ha arrestato e portato in carcere, su ordine del gip di Milano, il trapper Shiva, alias del 24enne Andrea Arrigoni, con l'accusa di tentato omicidio per aver ferito alle gambe con una pistola lo scorso 11 luglio a Settimo Milanese due ragazzi che lo avrebbero inizialmente aggredito. Le indagini, coordinate dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio e dalla pm Daniela Bartolucci, sono state condotte dalla terza sezione della Squadra mobile.
Arrigoni è accusato oltre che di tentato omicidio, anche di porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose. I poliziotti della Squadra mobile, diretti da Marco Calì e guidati da Domenico Balsamo, hanno ricostruito che Shiva avrebbe sparato al culmine del tentativo di aggressione che i due giovani colpiti alle gambe avrebbero messo in atto nei suoi confronti e dei suoi amici.
Nel corso del primo intervento gli agenti avevano trovato ancora sul posto in via Cusago fuori la sede della casa discografica Milano Ovest del trapper solo uno dei due feriti. Il giovane, con una leggera abrasione alla gamba, aveva rifiutato il trasporto in ospedale e non aveva raccontato nulla in merito all'episodio. La stessa sera al pronto soccorso di Vimercate (Monza Brianza) un altro ragazzo, con una ferita d'arma da fuoco a una gamba, aveva fornito una fumosa e inverosimile spiegazione dicendo di essere stato aggredito da cinque sconosciuti.
Gli accertamenti hanno consentito agli inquirenti di ricostruire in modo puntuale le fasi salienti dell'episodio e di inquadrare lo stesso a pregressi contrasti nel mondo rap/trap milanese.
Stando all'ordinanza cautelare del gip Stefania Donadeo, l'esplosione di più colpi di pistola da parte del trapper Shiva "è stata particolarmente pericolosa per l'altrui incolumità se si considera che egli, pur di raggiungere il fine perseguito", ovvero colpire Alessandro R. e Walter P., "già in fuga alla sola vista dell'arma, ha accettato il rischio concreto di potere attingere i suoi amici prima e i soggetti estranei transitanti sulla pubblica via dopo".
"L'intento omicidiario, già evidente dalla visione delle immagini che riprendono lo stesso che punta, saldo sui piedi e braccia tese, l'arma ad altezza uomo, è suffragato anche dai rilievi effettuati dal personale del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica", aggiunge ancora la giudice.