AGI - Il pallone, sospira Leonardo Pavanati, “non l’ho mai visto rotolare nemmeno una volta sul campo ma per quei soli cinque mesi ho perso decine di milioni di euro e sono finito in carcere dove mi è venuto un tumore dopo che mi sono trascinato in cella, senza adeguate cure e per diverse settimane, un catetere pieno di sangue".
Ha fatto però in tempo a vedere da vicino, racconta all'AGI, "il sistema delle compravendite gonfiate dei calciatori e un mondo che vive nella più totale illegalità ".
Spesso i presidenti delle società cascano rovinosamente dal successo alle cronache giudiziarie ma Pavanati, che ha guidato il Novara in serie C dal giugno all’ottobre del 2021, non è mai nemmeno passato dai clamori degli spalti perché non è riuscito a iscrivere il club acquistato.
Direttamente alla gogna di una città che ha visto poi fallire il club azzurro il primo dicembre 2022 e finire in prigione anche il suo predecessore, Maurizio Rullo. Lo incontriamo nello studio del suo legale, Giancarlo Cipolla, a pochi giorni dalla ritrovata libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare dopo l’arresto con le accuse di bancarotta, falso in bilancio, indebita compensazione e altri reati fiscali. Vuole parlare della sua “tragica esperienza in un mondo in cui il più pulito ha la rogna”.
"Le cifre spaventose chieste dai procuratori"
“Per una decina di anni il mio sogno è stato diventare presidente di una squadra di calcio perché in ambito professionale è un biglietto da visita, ti apre spazi. Poco prima di acquisire il Novara, ero in trattativa col Pescara e avevo già letto i bilanci di quasi tutte le squadre di serie B e C. Mi ero reso conto che non c’è una squadra di calcio che possa essere considerata auto sostenibile, sostanzialmente si mantengono tutte solo con artifizi e raggiri”. Un sistema che, racconta l’imprenditore, avrebbe toccato con mano in quei pochi mesi in cui ha realizzato l’aspirazione di guidare un club.
“La maggior parte dei vertici delle squadre sono dediti a cercare di mantenere un bilancio che consenta loro l’iscrizione ma siamo a un punto così 'oltre' che anche con bilanci osceni ci si riesce a iscrivere. Tutto il sistema calcio è sostenuto da falsità totali”. Si sofferma in particolare sulla figura dei procuratori.
“In quei pochi mesi ho ricevuto offerte da procuratori che manifestavano la voglia di partecipare a delle movimentazioni ‘particolari’. Le plusvalenze non sono mai il vero valore del giocatore, sono cifre che servono a bilanciare sia prima che dopo i sistemi finanziari. I procuratori di calcio richiedono cifre spaventose, non sono cifre chieste a ragion veduta ma cifre che portano a giri di ‘esterni’ dietro le quinte, nella più totale illegalità”.
Le proposte 'oscene'
Esempi? “Ci sono stati sia procuratori di calciatori sia proprietari di altre squadre che mi hanno proposto anche in modo ‘garibaldino’, come se fossimo amici da 20 anni, cose che mi hanno lasciato allibito e che poi ho saputo erano la prassi. Mi chiedevano di avere una realtà di compravendita di un certo tipo supportata da carte con altri valori. Funziona così".
"Uno viene e ti dice: 'ti vendo questo giocatore a 10 milioni ma questi 10 milioni tu non me li pagherai mai, però ti metti a carico ‘un dare’ di 10 milioni. Nel contempo questo giocatore te lo posso concedere anche con un prestito con diritto di riscatto che tu puoi vendere a qualcun altro a 20-22 milioni. Così nessuno riesce mai a capire quale è il valore effettivo di calciatore. Questa differenza tra i 10 milioni ‘in dare’ e i 22 ‘in avere’ provoca una plusvalenza di 12 milioni che è depositata in Lega Calcio ed è un attivo per me ma è inesistente perché nessuno mai pagherà questi soldi'”.
Pavanati lo definisce “un giro di dare e avere di carte che non si chiude mai, un gonfiare senza reale giro finanziario in cui dipende da che parte della barricata sei, se devi dare o avere soldi. Se ti servono per abbattere utili o ampliare il capitale sociale della società”.
Giura di non avere “mai concluso un affare, il pallone per me non è mai girato, sono finito nei guai prima di vedere una partita dopo avere pagato cifre enormi, a cominciare dal milione e duecentomila euro in bonifici per arretrati nascosti dalla vecchia proprietà ai calciatori, soldi dovuti alla Lega calcio e ad altri club. Tutto per arrivare all’iscrizione che ci hanno negato”.
"Le cifre guadagnate dai calciatori non sono quelle che sembrano"
E i calciatori? “Pedine manovrate dai procuratori. Sulle scommesse posso dire di non avere mai visto nessuno farlo ma ne sentivo parlare. Va detto che, a parte un ristretto gotha, le somme che prendono non sono quelle ‘ufficiali’. I contratti contengono delle clausole basate sul minutaggio, i gol, gli assist, i calci d’angolo. Capita che se si vuole ‘aiutare’ un calciatore un rimbalzo diventi un assist, se lo si vuole penalizzare invece lo si tiene in panchina”.
Il 28 luglio 2022 viene arrestato, trascorre 61 giorni nel carcere di Monza e quattro mesi ai domiciliari nell’ambito dell’indagine della Procura di Novara. Il 19 aprile 2022 viene riarrestato in un’inchiesta parallela della Procura di Modena.
Dopo due settimane a San Vittore, passa altri cinque mesi ai domiciliari. Il suo legale spiega che in carcere a Monza non è stato curato per molte settimane finché lui non si è rivolto alla direzione sanitaria ed è poi arrivata la scarcerazione con la scoperta del cancro 'annunciato' dai gravi sintomi in cella.
“Quando sono andato a trovarlo - dice Cipolla - mi ha detto che da un mese urinava sangue e in effetti vedevo che si aggirava con questo catetere ‘rosso’”.
“Sono stato stato protagonista di un disastro per la città – è la mesta sintesi di Pavanati -. È un peso che sento quotidianamente e mi sono scusato con Novara. Da uno dei più ‘bei signori’ di Milano sono finito a essere nullafacente, nullatenente e malato”.