AGI - Luci, camera, azione. Si gira! La sfilata SS24, di Antonio Marras prende vita con la scogliera dorata di Alghero, dove si infrangono alte le onde, per diventare un set di Hollywood. Un film con una vera star internazionale, Marisa Schiapparelli Berenson. Oggi come ieri, quando nel 1967, nella bella città catalana, sbarcò la troupe di Joseph Losey, per girare “Boom”, in italiano La scogliera dei desideri, sceneggiato da Tennesee Williams, con la diva delle dive, Liz Taylor, insieme al marito Richard Burton.
Lo stilista che all’epoca era un bambino, ricorda i racconti di chi aveva vissuto quel periodo con i mega yacht, le star, le comparse, gli eccessi, i fiumi di alcool, i litigi, i pettegolezzi, divorzi e amori. Con Burton perso ogni notte a bere filo 'e ferru in una bettola del posto e la Taylor con i suoi capricci: 'e gli acini di uva sarda erano troppo grandì bisognava farseli mandare altri dal continente, e gli abiti glieli doveva realizzare solo l’atelier Tiziani dove lavorava un giovane karl Lagerfeld, giusto per fare due esempi.
“Nella sceneggiatura era previsto un giovane, una specie di angelo della morte di cui la protagonista si innamora, ma la Taylor fa cambiare il copione, vuole Burton – racconta lo stilista Antonio Marras nel backstage della sfilata -. Ci sono tanti episodi che rendono questo film molto travagliato. Nasce da una pièce teatrale rappresentata sia a New York che a Londra, ma è sempre un flop. Questa genesi mi piaceva”.
Le luci del cinema in passerella
Marras, il poeta della moda, non si smentisce neanche stavolta, e porta le luci del cinema sulla sua passerella. Il vero cinema: “con 4 set, c'è proprio il macchinista, il regista, il microfonista, tutto quello che c’è sul set vero, con una super diva che si è prestata a questo gioco”. “Ho pensato che ci dovesse essere una diva vera, che non si improvvisa, che potesse andare bene per interpretare un mondo alla Hollywood Babilonia dove tutto è possibile e ogni desiderio diventa un ordine”. “Marisa nel ruolo di Marisa. La vedrete così - spiega - sempre dolce, remissiva, poi diventare cattiva, una star capricciosa e volitiva che maltratta tutti, una diva tra arte e vita”. Intorno al ‘film’, fluttuano leggere le modelle.
Nella collezione “c’è una sorta di dicotomia e contrasto – spiega Marras - che un po’ mi contraddistingue: ci sono tutti questi volumi molto ampi, molto leggeri, aerei, e in contrasto ci sono queste strutture quasi couture, ricostruzioni sartoriali molto evidenti, forti e presenti”. Le ricamatrici sarde restano un must, realizzando pezzi unici. In pedana kaftani evanescenti, vestaglie e tailleur sartoriali strizzati in vita, pencil skirt, abiti da grand soirèe. E ancora pizzi chantilly, macramè, perline, paillettes, rouche e gessati. E tante rose, nere e rosse, onde e stampe acquerellate. I colori sono in prevalenza quelli della falesia di Capo Caccia, ecrù, sabbia, polvere, giallo, ma c’è spazio anche per il nero, il lilla, il rosa e il celeste.
“Tutto orchestrato alla mia maniera” commenta. "Io uso la moda per raccontare – conclude Marras - e l'ho imparato andando al cinema, che è una fonte inesauribile di storie, di sogni”. “Quando si spegne la luce e parte la musica con i titoli di testa è come se ci imbarcassimo in una navicella spaziale che ti porta altrove e niente importa più”. E allora “Boom”, che il viaggio abbia inizio.