AGI - La "Esplodenti Sabino spa", l'azienda leader mondiale - si legge sul sito - per il recupero di materiali da munizioni militari di attività di smilitarizzazione, bonifica di siti contaminati, smaltimento di prodotti contenenti esplosivi (airbag, cinture di sicurezza, razzi di segnalazione), torna di nuovo al centro della cronaca nera. Tre operai sono morti ed altri sono rimasti feriti questa mattina per una esplosione nello stabilimento di Casalbordino (Chieti) per ragioni che devono essere ancora accertate.
Il precedente
E il 21 dicembre del 2020 altri tre operai della stessa azienda persero la vita mentre erano impiegati nel locale che ospitava il forno statico, impianto adibito per la bruciatura di polveri di lancio, artifizi illuminanti, fumogeni ed esplosivo. Per quest'ultima vicenda, la procura di Vasto, che aveva indagato per omicidio colposo plurimo aggravato e disastro colposo, ha contestato ai vertici aziendali la violazione di una serie di norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
"La nostra storia - viene spiegato sempre sul sito della Esplodenti Sabino spa, da sempre appartenuta a un'unica famiglia - inizia circa cento anni fa con la produzione di fuochi d'artificio, seguiti successivamente da polvere nera, cartucce di polvere e altri fuochi d'artificio militari". Le attività che ancora oggi rappresentano il core business iniziano nel 1978 nel settore civile e militare con lo scarico e la manutenzione di munizioni convenzionali e non convenzionali e sistemi d'arma 'bomba a grappolo'. Parallelamente l'azienda si occupa della riformulazione e produzione di esplosivi per uso civile e industriale, smaltimento di air-bag e cinture di sicurezza per il settore automotive e razzi di segnalazione per il settore marittimo.