AGi - Una task Force composta da carabinieri forestali, Guardia parco, veterinari ed esperti sta pensando di fare un tentativo utilizzando le reti, per la cattura dei due cuccioli dell'orsa Amarena, uccisa nella notte tra giovedì e venerdì.
Operazione che però può essere fatto solo al calare del buio. Invece, un primo tentativo di prelevarli è purtroppo fallito: è stata predisposta una gabbia-trappola con esche all'interno. Cibo, ma anche batuffoli imbevuti dell'odore di mamma Amarena. La commistione nell'area di odori di più soggetti può avere infastidito e impaurito i cuccioli.
Su un muro vicino l'abitazione del 56enne di San Benedetto dei Marsi, indagato per aver ucciso a fucilate l'orsa è comparso un murales che raffigurato la Morte che imbraccia un fucile da caccia accompagnato dalla scritta 'Giustizia'. La scoperta del murales è avviene a poche ore di distanza dalla presentazione da parte dell'uomo di una denuncia per minacce.
L'indagato fin dal momento della sua individuazione da parte dei carabinieri forestali quali autore dell'uccisione dell'orsa simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo è stato fatto oggetto soprattutto sui social di dure minacce, anche di morte. Alcuni non si sono fatti alcuno scrupolo nel pubblicare la foto dell'uomo e del suo indirizzo, costringendo i militari dell'Arma anche nel predisporre servizi di vigilanza armata fuori l'abitazione.