AGI - Alle 11:36, ora in cui il ponte Morandi di Genova collassò su se' stesso 5 anni fa, si è osservato un minuto di silenzio sotto il nuovo viadotto, dove si tiene la cerimonia di commemorazione. Al termine, le sirene delle ambulanze e un treno di passaggio che ha fischiato.
Il sindaco: faremo di tutto per non dimenticare
"La tragedia di 5 anni fa ci dice che Genova non dimentica: faremo tutto il possibile perché non venga dimenticata quella tragedia". Lo ha detto il sindaco di Genova, Marco Bucci, nel suo intervento durante la cerimonia. "Fu una grande ingiustizia e Genova sente il dovere di fare in modo che queste cose non succedano più. Lo schiaffo che ha subito questa città ha fatto sì che la reazione sia stata fatta bene con il cervello, la tecnologia, il cuore e il pensiero alle prossime generazioni - ha aggiunto Bucci - Chi verrà dopo di me porterà questo messaggio anche in futuro. Ringrazio il comitato dei parenti perché ci dà tanti suggerimenti anche su quest'area. Genova ha tanti investimenti da mettere a terra e dimostreremo con le opere com'èche si deve lavorare per il futuro".
I parenti vittime,lo Stato ha accettato la trattativa con il nemico
"Lo Stato non ha fatto i suoi interessi con la concessione, accettando i controlli non fatti e la trattativa con il nemico. Ci saremmo aspettati di più dagli organi democraticamente eletti". È uno dei passaggi del duro intervento di Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo vittime Ponte Morandi. "A Salvini dirò che non abbiamo sicurezza nelle infrastrutture", ha aggiunto Possetti a margine della commemorazione.
Possetti perse sorella, cognato e nipote nel crollo. "Solo poche settimane fa c'è stato un incendio in galleria in Liguria (in A12, ndr) - ha aggiunto - cinque anni dopo quello che è successo qui, cosa che ha messo in evidenza ancora una volta le carenze. La nostra percezione grave è che la morte dei nostri cari sia servita a poco".
"Abbiamo sentito in aula troppi non so e non ricordo, i ministri dovrebbero valutare le rassicurazioni date. E' emersa tanta approssimazione e incompetenza", ha attaccato la portavoce
La macchina della giustizia della tragedia di cinque anni fa è intanto in moto: sono stati quasi 170 i testimoni dell'accusa sentiti in 84 udienze calendarizzate in poco meno di un anno, ma la sentenza sul processo non arriverà prima del 2024. Il procedimento, cinque anni dopo il disastro, è quasi arrivato al giro di boa e a settembre, in aula, è previsto l'avvio degli esami degli imputati. E i parenti delle vittime si augurano che la sentenz, ha aggiunto Possetti.
Sono solo una ventina su 58 quelli che si sottoporranno alle domande: tra questi anche l'ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci. Alcuni rilasceranno solo spontanee dichiarazioni. Dopo di che sarà la volta dei testimoni delle difese.
Nel frattempo, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 47 persone nel filone bis di inchiesta sulle autostrade liguri, nato dopo il crollo. Aspi e Spea, le due società coinvolte nel filone principale, sono invece uscite dal processo, patteggiando un risarcimento di quasi 30 milioni. Secondo l'accusa il ponte è crollato perché per decenni si è risparmiato sulle manutenzioni in modo tale da poter distribuire maggiori dividendi ai soci.
In questi mesi, con un ritmo di tre udienze alla settimana, sotto la tensostruttura installata nel cortile di palazzo di giustizia a Genova, sono state ascoltate le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti, si è fatta luce sui rilievi tecnici dei periti che hanno accertato le cause del collasso.
In aula anche le parole degli ex vertici di Atlantia, con le importanti dichiarazioni dell'ex ad Gianni Mion che ha confermato che nel 2010 si parlò di "rischio crollo" per il viadotto in una riunione coi vertici di Aspi, ed Edizione, rispettivamente la holding e la cassaforte della famiglia Benetton, ma anche gli ex ministri come Graziano Delrio e Antonio Di Pietro.
Per la lunghezza e complessità delle udienze ai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, che hanno coordinato le indagini della guardia di finanza, è stato affiancato anche il collega Marco Airoldi. Sempre in autunno potrebbe iniziare l'udienza preliminare per il filone bis che vede imputate 47 persone, la maggior parte le stesse del processo principale.
L'indagine riguarda i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Berté in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel.
Per 12 di loro la procura ha proposto il patteggiamento. Le due società Aspi e Spea sono uscite anche da questo procedimento, dopo avere patteggiato circa un milione di euro.
Il Capo dello Stato: "Una catastrofe inaccettabile"
Il crollo del ponte Morandi di Genova è "una vicenda che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l'imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell'Italia. Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio in occasione del quinto anniversario della tragedia.
Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l'iter processuale, con l'accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni".
"L'Italia dà il meglio di sé nell'unità"
"Con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta, forza ricostruttiva. Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società. Un risultato importante che dimostra ancora una volta come l'Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di se' nell'unità".
Meloni: "Rinnoviamo le doverose scuse dello Stato"
"A chi il 14 agosto 2018 ha perso un figlio, un genitore, un caro - tutto -, rinnoviamo oggi le doverose scuse dello Stato per ciò che è successo, pur consapevoli che nessuna parola sarà mai sufficiente a lenire la sofferenza e placare il desiderio di giustizia". È un passaggio del messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Salvini: piangiamo 43 vittime dell'avidità dell'uomo, ora qualcuno paghi
"Noi piangiamo 43 vittime della sfortuna, del caso, del cambiamento climatico, ma sono vittime dell'avidità dell'uomo e spero che qualcuno paghi il conto, in onore di queste 43 persone che hanno perso la vita nel crollo", ha commentato il vicepremier Matteo Salvini, nel suo intervento durante la commemorazione.
"Ricordo quella mattina del crollo e quella dei funerali. Questo ponte sopra le nostre teste - ha aggiunto - è rinascita, ha dimostrato unità ed efficienza. Io conto di tornare l'anno prossimo con il disegno legge già presentato che equipari i cittadini vittima dell'incuria, di chi non ha fatto il suo lavoro, mantenuto i suoi impegni alle vittime del terrorismo".
Salvini ha ricordato che "ci sono stati miliardi di profitto, parte dei quali sarebbero dovuti essere investiti in manutenzione, ma non è stato fatto. Non anticipo sentenze, ma voglio tornare l'anno prossimo con un disegno legge che equipara queste vittime a quelle del terrorismo".
Nordio, dai processi attendiamo risposte
Nel giorno del quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi, rinnovo la mia vicinanza ai familiari delle vittime e all'intera città di Genova: tutta l'Italia attende di avere - dai processi in corso - risposte sulle responsabilità di quella sciagura. Il Ministero della Giustizia continuerà ad assicurare ogni supporto agli uffici giudiziari genovesi", ha affermato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.