AGI - La nottte in cui Luca Ruffino si è sparato il telefono del magistrato di turno in Procura a Milano è squillato per altri due suicidi. Tra il 5 e il 6 agosto tre persone si sono tolte la vita.
Solo per il presidente di Visibilia è stato aperto un fascicolo d’indagine per ‘istigazione al suicidio’. “Non è insolito ad agosto, con l’effetto straniante della città vuota, che aumenti il numero di chi decide di farla finita” spiegano a Palazzo di Giustizia. Ma la scelta di uccidersi dell’imprenditore brianzolo che amministrava anche migliaia di condomini impone qualche attenzione in più. E infatti a indagare sul caso alla pm di turno Daniela Bartolucci è stata affiancata la collega Maria Giuseppina Gravina che si occupa di una delle inchieste sui guai della società editoriale fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanché che è indagata.
Poche ore dopo la notizia del suicidio, Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia, aveva scritto in una nota: “Si sostiene che probabilmente il gesto estremo possa essere stato dettato dalla consapevolezza di una malattia feroce che non gli avrebbe dato più speranze”.
Una fonte anonima ha ribadito al ‘Corriere della Sera’ che Ruffino aveva scoperto la recidiva di un tumore. Alla Procura, alla Squadra Mobile e al medico da loro interpellato questo elemento non risulta. Piccoli disturbi di salute ma nulla di più. Ruffino, descritto da chi lo ha conosciuto come “un uomo molto sensibile e generoso, che faceva molta beneficenza”, ha lasciato sei biglietti a familiari, collaboratori e condomini nei quali ha chiesto “perdono” per il suicidio.
In uno dei messaggi, destinato alla compagna e ai figli, avrebbe fatto riferimento alla fatica degli ultimi due anni della sua vita. Sicuramente un momento difficile fu l’incendio che nel 2021 ha distrutto la Torre del Moro, di cui era amministratore, lasciando in strada decine di famiglie.
“Lui con noi era sempre stato molto disponibile, ci ha aiutato come poteva con le spese. Una persona perbene” lo ricorda Mirko Berti, uno degli inquilini. Chi l’ha visto negli ultimi giorni racconta che era “positivo e faceva progetti” come sempre. L’obiettivo dell’inchiesta, si sottolinea in Procura, non è certo individuare le ragioni del gesto ma capire se qualcuno possa averlo ‘istigato’, magari con delle minacce. Al momento non emergerebbe questa eventualità.
Ruffino era “giù di tono” negli ultimi giorni tanto che la compagna, in vacanza in Sardegna, aveva chiesto al figlio Mirko di andare a casa del padre.
Nelle prossime ore sarà svolta l’autopsia, la salma al momento è all’Istituto di Medicina Legale, e saranno riascoltati i parenti. Per escludere o accertare eventuali reati però bisogna tornare a quella notte quando il figlio Mirko è entrato nella casa di via Spadolini e ha trovato il padre a terra.