AGI - È terminato il corteo che da piazza Maggiore a Bologna ha commemorato le vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria. Il percorso si è concluso in piazzale Medaglie d'Oro. Sono presenti le massime autorità cittadine, il presidente Bonaccini, parlamentari ed esponenti politici. C'è anche Patrick Zaki, il ricercatore egiziano recentemente liberato dopo un lungo calvario giudiziario nel suo paese. Alle 10.25 il triplice fischio del treno ha ricordato le 85 vittime e i 200 feriti.
"La memoria della strage del 2 agosto alla stazione di Bologna costituisce una cicatrice viva e va assicurato ogni concreto sforzo per completare il cammino verso una piena verità sul peggior attentato in tempo di pace mai avvenuto in Italia". Comincia così un breve intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio sul quotidiano la Stampa uscito nel giorno della ricorrenza della strage di 43 anni fa alla Stazione di Bologna.
"Per questo - scrive rivolgendosi al direttore del giornale - ho voluto inserire già nel primo pacchetto di riforme, quello approvato a giugno, una norma pensata per evitare che potessero essere annullate sentenze per gravissimi reati, come avvenuto in due casi in Italia. E stato cosi chiarito che il requisito dei 65 anni, come età massima per i giudici popolari delle Corti d'Assise, deve sussistere soltanto al momento della nomina. E questo proprio per fugare ogni preoccupazione rispetto alla celebrazione di processi importanti, come quelli tuttora in corso a Bologna". "Sento come un dovere personale, oltre che istituzionale - aggiunge il ministro - contribuire con quanto in mio potere all'inderogabile ricerca di una verità completa".
Mattarella: "Accertata matrice neofascista"
"La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato". Questo è invece un passaggio della dichiarazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
E ancora: "Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un'umanita' devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime e' scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell'assassinio commesso
La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche - Sergio Mattarella
Meloni: "Uno dei colpi all'Italia più feroci"
"Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all'Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento". È un passaggio della dichiarazione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella giornata delle celebrazioni del 43esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna.
Meloni: "Desecretare gli atti per giungere alla verità"
"Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo Governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai Governi precedenti". È un passaggio della dichiarazione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella giornata delle celebrazioni del 43esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna.
Il sindaco Lepore: "La città ha costruito un percorso verso la verità"
"Bologna ha saputo costruire il proprio percorso verso la verità e la giustizia grazie alla partecipazione di migliaia di cittadini". Queste invece le parole del sindaco di Bologna Matteo Lepore, nel cortile di Palazzo D'Accursio. "Non è solo un ricordo del passato - ha detto ancora Lepore - ma una battaglia politica della nostra citta', un dovere istituzionale che non va dato assolutamente per scontato".
Bonaccini: "Non arretreremo sulla ricerca della verità"
"Da qualche anno ci sentiamo più vicini alla verità, la recente sentenza sul processo a Paolo Bellini e il suo arresto delinea meglio il quadro giudiziario, i mandanti, i finanziatori e fiancheggiatori della strage. Sarà per questo che hanno ricominciato a risollevarsi voci che mirano ad attenuare le responsabilità emerse e punterebbero a riscrivere quanto accaduto e quanto già sancito in tribunale. Io voglio dire a queste persone, dovunque siano, anche in Parlamento, che troveranno qui una opposizione durissima".
Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, ha parlato così a palazzo d'Accursio a Bologna nella prima parte delle celebrazioni in memoria delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria. "Ma sia ben chiara una cosa: la ricerca di tutta la verità su quanto accaduto è un obiettivo sul quale tutti noi, insieme all'Associazione dei familiari delle vittime, non intendiamo arretrare di un centimetro. Né lo faremo mai", aggiunge Bonaccini.
Tajani: "Una preghiera per le 85 vittime"
"Una preghiera per le 85 vittime di quel tragico 2 agosto a Bologna. Una strage che ha segnato profondamente il nostro Paese e che ha ancora oggi molte ombre e verità mancate. Mai più tanta violenza. Difendiamo la libertà e la democrazia dal terrorismo, qualsiasi matrice abbia". Lo scrive su Twitter il vice presidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.
Piantedosi: "Lo Stato cammina con voi"
Sono qui a testimoniare "una condivisione senza riserve che non ammette oblio e che parte dal riconoscimento della verità' giudiziaria acquisita". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha aperto con queste parole la commemorazione a Bologna.
"Vorrei che la mia presenza qui" significasse "lo Stato cammina con voi", ma anche che "memoria e speranza vivono l'una nell'altra e non sono perite nella strage".
"Io sono onorato, ma sento anche una grande responsabilità - ha poi aggiunto Piantedosi - nel parlare oggi in questa veste anche perché non posso, come nessun del resto, separare il mio ruolo dalla mia persona e infatti oggi sono qui a pronunciare parole che in me si sono sedimentate nel tempo, grazie ai racconti di chi, nei miei lunghi anni di presenza qui a Bologna, mi ha concesso il privilegio di essere il diretto testimone di quella tragica e indelebile giornata e di tutto quello che c'e' stato dopo".
"E voi familiari - ha concluso Piantedosi - avete da subito avuto il merito di ricercare l'interlocuzione con le istituzioni per fare piena luce sulla strage e ottenere giustizia".
Schlein: "Matrice neofascista"
"Come ogni anno siamo qui a Bologna al fianco dei familiari delle vittime della strage per ribadire che non accettiamo alcun tentativo di depistaggio ulteriore alcune tentativo di riscrivere la storia. Le evidenze processuali già chiariscono che questa è stata una strage di matrice neofascista e anche con un intento eversivo". Queste le parole della segretaria del Pd Elly Schlein al termine del corteo.
"Continuiamo a chiedere verità e giustizia, c'è un diritto alla verità che appartiene per primi ai familiari delle vittime, ma anche alla nostra Repubblica, a tutta la cittadinanza. E come ogni anno - ha concluso Schlein - è bello vedere che c'e' un forte partecipazione comunitaria. Tutta la città di Bologna si stringe attorno ai familiari, ma anche la Regione e tante persone dal resto d'Italia per stare a fianco ai familiari e continuare a chiedere verità e giustizia. Quindi, siamo ancora qui e siamo ancora qui a manifestare tutto il nostro impegno in questa direzione".
La rabbia dei parenti delle vittime
"Come fate a dire che la strage è di destra quando poi c'e' una buona parte o meglio tutti i partiti di governo che hanno firmato una legge per fare una commissione d'inchiesta su queste cose per vedere l'interessamento estero su queste stragi?". Così Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna parlando nel cortile d'onore di palazzo d'Accursio nella prima parte della commemorazione di oggi rivolgendosi al ministro Piantedosi.
"Cercate - dice - di mettervi d'accordo come governo, non si può dire da una parte che sono stati i fascisti e dall'altra parte i fascisti che dicono 'noi non c'entriamo niente, sono stati i palestinesi'. Cerchiamo di metterci d'accordo anche perché quando noi siamo qua vogliamo delle parole chiare e vogliamo che la smettano di fare delle cose che non hanno niente a che fare con la verità. Noi chiediamo che i processi vengano fatti in tribunale, fino in fondo e correttamente", conclude.